Assolutamente devastante.
Questo in due parole
"Blasphemers' Maledictions" ritorno discografico dei polacchi
Azarath. Un album che è un blocco monolitico di pura violenza e blasfemia, un album che ti vomita in faccia tutto il suo odio e la sua alterigia.
Gli Azarath sono portabandiera di un
blackened brutal death metal con tematiche sataniste dall'impatto assolutamente debordante.
Durante l'ascolto del disco non c'è un solo momento di pausa, tutti i pezzi sono concepiti per distruggere tutto e tutti. I polacchi mettono in musica la voce del male e lo fanno attraverso una serie di soluzioni sonore che fanno della velocità e della brutalità la loro ragione d'essere. La tecnica strumentale dei nostri risulta essere di primordine e si fonda sulla batteria terremotante di
Zbigniew Robert "Inferno" Promiński, già motore dei Behemoth e per il sottoscritto uno dei migliori batteristi della scena estrema, e sulle soluzioni chitarristiche di
Bart tanto micidiale nelle ritmiche quanto ispirato e contorto nei solismi che danno quel tocco di esclusività alle composizioni.
Blasphemers' Maledictions si muove su territori vicini ai già citati
Behemoth dell'epoca
"Satanica" ed ingloba influenze che vanno da certi
Absu sino al moderno thrash di act come i
Machine Head, il tutto condito da un concept di odio e blasfemia che regna sovrano.
L'atmosfera sulfurea di brani semplicemente stupendi come
"Under the Will of the Lord" o
"Firebreath Of Blasphemy And Scorn" concorre a rendere il disco un vero inno al maligno, un vero monolite nero di distruzione.
Se siete rimasti delusi dall'ultima uscita dei Morbid Angel, non lasciatevi sfuggire questa perla oscura: gli Azarath piazzano un colpo micidiale e si candidano prepotentemente ad occupare un posto di elite ai vertici della musica estrema.
Distruttivi. Punto.
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