Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:50 min.
Etichetta:Electric Generation Recordings

Tracklist

  1. HOLDING ON
  2. FALLEN WORLD
  3. CRY THUNDER
  4. GIVE ME THE NIGHT
  5. WINGS OF LIBERTY
  6. SEASONS
  7. HEART OF THE STORM
  8. DIE BY THE SWORD
  9. LAST MAN STANDS
  10. SEASONS (ACOUSTIC VERSION)

Line up

  • Herman Li: guitars
  • Sam Totman: guitars
  • Vadim Pruzhanov: keyboards
  • Dave Mackintosh: drums
  • Frédéric Leclercq: bass
  • Marc Hudson: vocals

Voto medio utenti

Non c'è due senza tre, e il quattro vien da se. E il cinque? Se lo stanno SICURAMENTE chiedendo anche Herman Li e soci, all'alba dell'uscita del nuovo "The Power Within". E il cinque è un gran bel disco, rispondo io, degno successore dei primi due lavori del combo inglese e ben lontano da quella schifezzuola che è stato "Ultra Beatdown", il quale mi aveva fatto un po' allontanare dalla band più veloce del west.

E invece "The Power Within", fin dai primi istanti dell'opener "Holding On", mi riporta ad apprezzare una band dalla doppia faccia, nel senso che o la ami o la odi. Non ci sono mezze misure quando si parla dei Dragonforce, c'è chi li ama alla follia e li descrive come gli innovatori del power/speed e chi li critica sempre aspramente per essere semplicemente delle marionette in mano alla chitarra di Herman Li, che più che assoli da videogioco non sforna.
Personalmente mi son sempre schierato assieme ai primi, magari non definendoli degli innovatori ma stimando e apprezzando molto la tecnica e l'abilità degli inglesi, in particolare quella delle due asce di Li e Totman, che pur nel loro essere pacchiani e quantomai sfrontati sono sempre riusciti a tirar fuori qualcosa di buono e di intrigante.
E sul nuovo disco ecco apparire una nuova stella, dietro quel microfono che ospitava fino a poco fa il buon ZP Theart, buon cantante ma niente più, che finiva con lo sfigurare accanto allo strapotere delle due chitarre, in particolare a quella di Herman. E questa nuova stella è quella del giovanissimo Marc Hudson, cantante perlopiù sconosciuto prima di oggi, che tramite la vittoria del concorso online dedicato alla ricerca del nuovo vocalist, si è visto investire di un clamore mediatico bello grosso, caricandosi sulle spalle una bella mole di lavoro e di aspettative. Nessuna delusa.
Hudson è un cantante coi controcazzi, dotato di un range pazzesco, in grado di far impallidire i mostri sacri della scena, in particolare nei suoi acuti incredibili, come testimoniato già dall'incipit della già citata "Holding On", dove il buon Marc si esibisce nella scala già mostrata nel suo video di partecipazione al concorso di cui sopra, che già all'epoca mi aveva lasciato con la mascella a penzoloni.
E tutto il resto del disco è il solito saliscendi di emozioni e velocità, con la piacevole presenza di più canzoni dal ritmo meno indiavolato, utili a mettere in mostra tutte le armi a disposizione dei Dragonforce, ovvero il basso di Leclercq, che finalmente si sente e non è solo una presenza sul booklet, la batteria a mille all'ora di Mackintosh e soprattutto le tastiere di Pruzhanov, che mai come oggi svolgono un ruolo fondamentale, donando alle composizioni degli inglesi un tocco di epicità e maestosità che era mancato negli ultimi dischi.
E quando è difficile eleggere una canzone a perla del disco, i motivi sono due: o il disco è una merda totale, oppure è talmente bello e variegato nella sua monoliticità che un picco più alto sarebbe davvero il top. Il caso di "The Power Within" è senza dubbio il secondo, un lavoro davvero eccellente ma senza quel quid che lo renderebbe un capolavoro. "Last Man Stands" forse è l'unica traccia che prova a spezzare quell'equilibrio perfetto, non riuscendoci per poco ma risultando la canzone più immediata del lotto.
Toccante e emozionale è anche la versione acustica di "Seasons", che permette alla voce di Marc Hudson di ritagliarsi uno spazio ancor più importante all'interno del disco, disco che ad onor del vero lo vede un pochettino in secondo piano dal punto di vista dei volumi, non per questo rovinando una prestazione sopra le righe.
Altra nota positiva del disco è senza dubbio la non eccessiva lunghezza, che permette a chi lo ascolta di apprezzare ogni singola canzone nella sua particolarità, senza confondere eccessivamente come troppo spesso accade ultimamente.

"The Power Within" segna quindi, almeno per il sottoscritto, il ritorno dei Dragonforce ad alti livelli. Vedremo se anche in sede live, dove peraltro non hanno mai deluso, riusciranno a mantere questi standard, in particolare nella persona di Marc Hudson, che almeno su disco si è mostrato nettamente superiore al suo predecessore. Se anche li il complesso risulterà notevole come in studio, potremo decisamente parlare di una band che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un presente importante e un futuro radioso.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini
The power within

The album received an average score of 74, based on 5 reviews.At Metacritic. Please Note:Maximum Overload is the upcoming sixth album by British power metal band DragonForce, which will be released in Europe on 18 August, and in North America the next day.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 apr 2018 alle 12:54

Qua era cambiato (in meglio) il cantante, ma a parte la durata dei brani il copione era rimasto quello, solite melodie e soliti assoli velocissimi....e questo perché il songwriting era ancora in gran parte intestato alla coppia Li-Totman. Il vero salto di qualità si è avuto col bellissimo Maximum Overload, con le composizioni di Leclerq a farla da padrone e Li ridotto alla sola esecuzione (step confermato anche dall'album successivo).

Inserito il 29 apr 2012 alle 14:03

Ottima prova del nuovo cantante che ha un registro piu' vario di ZP e pezzi finalmente più "quadrati" che non vanno sempre a 300 all'ora.Anche la scelta di assoli piu' brevi evitano il rischio di annoiarsi prima che termini il pezzo.

Inserito il 27 apr 2012 alle 10:20

Rispetto alla ciofeca insentibile precedente questo è un capolavoro...

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