Copertina 6

Info

Anno di uscita:2012
Durata:51 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. RISE UP
  2. NATIVE BLOOD
  3. DARK ROOTS OF EARTH
  4. TRUE AMERICAN HATE
  5. A DAY IN THE DEATH
  6. COLD EMBRACE
  7. MAN KILLS MANKIND
  8. THRONE OF THORNS
  9. LAST STAND FOR INDEPENDENCE

Line up

  • Chuck Billy: vocals
  • Eric Peterson: guitar
  • Alex Skolnick: guitar
  • Greg Christian: bass
  • Gene Hoglan: drums
  • Chris Adler: drums

Voto medio utenti

Un mese.
Un mese di ascolti, a volte distratti, a volte in maniera concentrata, così in camera da letto al buio, come in macchina nel viaggio per andare al mare in questa focosa e calorosa estate.

Un mese per cercare di autoconvincersi che questo "Dark Roots of Earth" è un grandissimo disco e che una band come i Testament non può che comporre capolavori o poco ci manca... e invece no.

Giungendo alla conclusione che anche un anno di ascolti ininterrotti non avrebbero cambiato di una virgola il mio giudizio, è dunque il momento di esternarla a voi lettori della gloria che sicuramente siete già da settimane ad esaltarvi con un disco che in realtà è solamente sufficiente ma tant'è... un po' sono i Testament, grandissimo nome da sempre del panorama metal, un po' c'è Chuck Billy che è grande, buono e simpatico e dopo la malattia specialmente ha conquistato l'affetto di tutti e un po' ormai ci si accontenta di poco per urlare al miracolo, tanto un disco (quando lo si compra...) non dura nel lettore come 20 anni fa, e tra mp3, iTunes e mediafire vari nel giro di una settimana diventa già vecchio e si passa rapidamente a qualcos'altro.

"Dark Roots of Earth" è un disco passabile, molto ben costruito, molto ben suonato, di maniera, con un indiscutibile savoir-faire ma con una longevità prossima alla classica medusa su una spiaggia d'agosto: le iniziali "Rise Up" e "Native Blood" sono banali a più non posso e se (ripeto il SE) possono gasare lì per lì grazie a qualche accelerazione e blastbeat furioso dopo qualche ascolto passano decisamente in secondo piano.

Il sound e la deriva ottantiana di "The Formation of Damnation" sono state accantonante, ahimè, in luogo di una maggiore apertura al groove, al mid-tempos, sulla falsariga di un album come "Low" con cui però, ovviamente, non può essere nemmeno creato un vago paragone.

Gli episodi più interessanti paradossalmente sono quelli in cui i Testament sembrano meno legati a stilemi e paiono improvvisare o sbizzarrirsi, come ad esempio nella title track, dove si può apprezzare ancora una volta un Chuck Billy che non urla ma canta, dove le atmosfere tornano magicamente quelle del bellissimo e sottovalutato "The Ritual" in cui "Dark Roots of Earth" si specchia a perfezione, specialmente nelle vecchie "The Ritual" e "As the Seasons Grey", e dove il vecchio Skolnick dà lezioni di stile e classe senza bisogno di andare a 200 di metronomo.

Per il resto il disco ondeggia tra qualche buon episodio "classico" come la ferale "True American Hate" e la conclusiva "Last Stand for Independence", tra TROPPI TROPPI TROPPI brani grooveggianti, maledetti loro, come "A Day in the Death" e la noiosissima ed inutile "Man Kills Mankind".

Chiudono il discorso, in maniera positiva, le "strane" "Throne of Thornes" e la deliziosa semiballad "Cold Embrace" (molto era Practice What You Preach!), piuttosto inusuali per soluzioni ed architetture, ma decisamente interessanti e convincenti, al contrario degli episodi "a-là-Into the Pit", grazie anche ad uno Skolnick decisamente sopra le righe ed emozionante.

Ispirazione latente, copertina meravigliosa, produzione per l'ennesima volta inadeguata (Andy Sneap datti all'ippica): così possiamo sintetizzare questo ritorno dei Testament, band IDOLATRATA dal sottoscritto, nella mia personalissima top 3 del thrash metal di tutti i tempi con Megadeth e Forbidden, ma che non ha saputo bissare il buon ritorno del precedente lavoro, imboccando a mio avviso una strada in cui non sono maestri ma solo decenti esecutori. Peccato.

In ogni caso vale il discorso fatto quattro anni fa: posseggono più talento i Testament in un'unghia che tutti insieme i gruppi thrash/core che ci vengono propinati a quintalate da ogni etichetta della Terra.

Ma questo non basta per consigliarne l'acquisto, purtroppo.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Dark roots of Earth

Dark Roots of Earth is the tenth studio album by American thrash metal band Testament. It was released in 2012.(Three years before:Live at Eindhoven '87,remastered reissued ep, It now features the group's complete 1987 performance at that year's Dynamo Open Air Festival in Eindhoven;in 2013 Nuclear Blast published Dark Roots of Thrash: a double disc live album and DVD

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 lug 2013 alle 22:03

beh, non è un capolavoro, ma, furbescamente, i pezzi più belli sono all'inizio, per poi perdersi 1 pò. Cmq, confrontate questo disco con gli ultimi di metallica, megadeth, anthrax, slayer, overkill!. Li ho anche visti dal vivo in quel di gualtieri e devo dire che spaccano ancora di brutto.Mantengono cmq. il primato di onestà e coerenza!

Inserito il 05 set 2012 alle 23:52

Dopo aver volutamente fatto il provocatore, (eh eh eh) devo dire che sono contento di aver visto parecchi commenti all'album. Mi sono riascoltato in questi due giorni un po' di roba dei testament (in particolare Low e The Gathering) e sono sempre più convinto che i Testament siano uno dei più grandi gruppi metal per la loro capacità di osare pur restando sempre tenacemente metal. Continuo a considerare questo disco un capolavoro, non in senso puramente assoluto, ma nel senso che a questo punto della carriera costruire un disco del genere, metal fino al midollo, con alcuni pezzi da 10 (beh native blood più lo ascolto più è uno di questi, ma soprattutto a day in the death, cold embrace e throne of thorns), senza troppa nostalgia (cosa che secondo posiziona formaion of damnation a un gradino più basso) è qualcosa di straordinario. Così come hanno fatto sempre quest'anno i rush con clockwork angels. Questi sono i gruppi che adoro, gente che non si accontenta di ciò che ha già fatto e tira fuori album straordinari dopo tutti questi anni!!

Inserito il 05 set 2012 alle 16:19

insomma... i testament sono comunque tra i più grandi, se non i numeri uno, thrashers secondo me. assolutamente in accordo con graz x quanto riguarda the ritual, a parer mio super album. x quanto riguarda la produzione non capisco perchè non farlo fare al grande eric peterson che anche in sede di produzione ha dei controcazzi non da poco.

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