Copertina 8

Info

Anno di uscita:2004
Durata:53 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. MILION MILES
  2. LET GO
  3. MY HEART BLEEDS
  4. FEEL MY PAIN
  5. MORTE ET DABO
  6. CHILDREN OF THE FLAME
  7. THE END
  8. WILDEST DREAMS
  9. MASTER OF THE MIND
  10. MADMEN AND SINNERS

Line up

  • Tim Donahue: guitars, bass, keyboards
  • James La Brie: vocals
  • Mike Mangini: drums

Voto medio utenti

Il vostro gruppo prog-metal del cuore vi ha recentemente deluso? Non consolatevi con l'aperitivo a base di carciofo ma accattatevi al volo questo "caproglavoro", opera di tale Tim Donahue, che nel 2000 decide di fare "il grande salto" a livello artistico e comincia a lavorare a questo cd avendo già in testa l'idea di usare La Brie come singer, il caso vuole che nel 2002 lui ascolti i primi demo e ne resti entusiasta, al punto da coinvolgere anche il drummer Mike Mangini (già con La Brie in "Mullmuzzlerr"), nel 2003 vengono registrate le parti cantate e nel 2004 Donahue in studio produce, mixa il tutto e soprattutto suona le parti di chitarra, basso e tastiere di questo che considera con orgoglio il suo miglior prodotto mai fatto. Diciamolo in anticipo: questo è un cd moooolto prog, ma nel senso "buono" della parola, ci sono passaggi heavy, cambi di tempo repentini e mai "gratuiti", interventi con cori di canti gregoriani ("Morte et Dabo"), sembra quasi che Donahue ci chieda di indovinare cosa potrà accadere da un momento all'altro. Non parliamo poi della prestazione di La Brie, tornato finalmente ai livelli di "Metropolis 2000", difficile descrivere i singoli brani, "Milion miles" ha lo stile di una "Caught in the Web" meno cattivo e più melodico (ma che ritmica di gran classe!), "Let Go" è intenso e acustico (avete presente "The Spirit Carry on", qui in più ci sono delle tastiere soffuse), "My heart bleeds" è una manna dal cielo per i fans dei "vecchi" Dream Theater: potente,melodico, ricco di cambi di tempo, si è dalle parti di "Overture 1928", e il refrain con il sottofondo di tastiere è di quelli che non te li togli dalla testa. "Children of the Flame" è puro hard rock in stile 70/80, orecchio al maestoso finale strumentale in un crescendo di chitarre e tastiere, "The End" è ancora "hardeggiante", "Wildest dreams" è un altro momento acustico con refrain corale, con le tastiere che creano un sottile tappeto sonoro (è forse il brano meno riuscito e più scontato del cd). Si riparte con "Master of the Mind" con una parte strumentale che più prog di così non si può, una vera libidine arricchita da passaggi arabeggianti, La Brie ancora una volta superbo, ma attenzione al passaggio finale (cambi di tempo a non finire, intervento corale e melodico da incorniciare, e, come se non bastasse, ancora fughe strumentali "a manetta"), per i 15 minuti della title-track finale ancora canti gregoriani iniziali, poi si passa ad un momento acustico (i cori sono in sottofondo), l'atmosfera cambia di colpo e si fa più prog, a questo punto mi viene difficile descrivere il tutto, le cose che accadono sono talmente tante che penso sia meglio l'ascolto alle fredde parole di qualunque recensore. Questi non sono dischi di cui si può scrivere (un grande attore disse che scrivere di musica è come ballare di architettura), se non do a questo disco i massimi voti è solo perché aspetto con ansia i prossimi 2
colpi grossi in arrivo tra breve, e sapete già di cosa parlo, comunque l'acquisto è più che obbligato.
Recensione a cura di Carlo Viano

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