Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:41 min.
Etichetta:MYO Agency

Tracklist

  1. BLACK VELVET
  2. OXYGEN
  3. TIDE HANDS
  4. SONG FOR BELIEVERS
  5. FRAGILE
  6. TASTE OF YOU
  7. HEAVEN IN HER ARMS
  8. ALL MY DEAMONS
  9. NO TRADEOFF
  10. TRY.FAIL.REPEAT
  11. ODYSSEY

Line up

  • Alessandro Contini - vocals/scream
  • Matteo Mondonico - guitars/vocals
  • Michele Ventimiglia - guitars
  • Fabio Brunetti - bass
  • Riccardo Roselli - drums

Voto medio utenti

Sul finire del 2012 arriva il debutto dei lombardi Only Dust per Myo Agency con "Odyssey", album dedito essenzialmente a sonorità hardcore che, di brano in brano, si mescolano talvolta con il metalcore, talvolta col post, talvolta con il punk e talvolta col nulla: insomma, questa branca sta veramente assumendo troppi confini e troppe denominazioni ed alla fine tutte queste nomenclature rischiano di far danni più che altro.

Le basi sono poggiate su un hardcore roccioso, molto spesso temperato da melodie piuttosto (troppo?) accessibili benchè spesso ben realizzate ed accattivanti, ma non possiamo parlare di metalcore tout-court; iniziando da "Black Velvet" pensiamo di trovarci di fronte ad una band schiacciasassi, con un impatto devastante che si regge su un ottimo frontman (finalmente, una delle poche band italiane con uno screaming a nostro avviso perfetto) e delle ritmiche possenti, con solamente lievi ed azzeccate venature melodiche qua e là.
Questa sensazione viene devastata dai brani successivi in cui l'anima screamo prende il sopravvento, lasciandoci un po' spiazzati.

Da una parte ben venga questa alternanza che indubbiamente rende il tutto assai eterogeneo e maggiormente digeribile, però a volte c'è una discrepanza davvero esagerate e sembra di ascoltare due band differenti: a nostro avviso la prima faccia degli Only Dust ovvero quella hardcore è quella migliore, con melodie presenti ma contenute, ed un approccio molto più furioso e, passateci il termine, incazzato, a-là Confession per essere più chiari.

La seconda faccia, quella rappresentata da "Oxygen" o "Tied Hands", probabilmente punta troppo sull'immediatezza dei refrain, sebbene sempre ben confezionati, ma decisamente si va in territori troppo punkettosi-screamo che depotenziano un po' troppo questo "Odyssey" che in ogni caso per essere un debutto fa partire gli Only Dust decisamente bene.

E' comunque bello vedere che moltissime formazioni italiane, anche giovanissime, sanno fin da subito il fatto loro e hanno ben preciso in mente cosa dire e come dirlo: gli Only Dust devono un po' decidere e focalizzare la loro direzione musicale; sebbene commercialmente sia decisamente più conveniente (e quindi non ci sentiamo di desecrare la loro eventuale scelta), non è detto che artisticamente non siano molto più validi in territori completamente hardcore.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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