Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:79 min.
Etichetta:Sad Sun Music

Tracklist

  1. IL DUBBIO
  2. LA FOLGORAZIONE
  3. IL SACRIFICIO
  4. LA CONOSCENZA
  5. I SIGNORI DEL CAOS
  6. LE MASCHERE DI PIETRA
  7. L’ICONA
  8. GLORIA
  9. LUPENARE
  10. LE PRIGIONI DI CORDA
  11. LA QUIETE
  12. TRASPOSIZIONE
  13. MANTRAMIME
  14. LA CADUTA
  15. DANZA DEGLI ELEMENTI
  16. PIANTO ED ESTASI
  17. IL TEMPO SI E’ FERMATO

Line up

  • Nequam: vocals, keyboards, guitars, percussions
  • Berkana: female vocals
  • Old Necromancer: guitars, noises, backing vocals
  • Diabolical Obsession: bass, textures, backing vocals
  • Azach: drums and percussions, backing vocals

Voto medio utenti

In Italia c’è stato, da sempre, un forte legame tra l’occulto/esoterico e la musica. Fin dai tempi più remoti e legati al prog (Balletto di Bronzo, Biglietto per l’Inferno, Rovescio della Medaglia, Antonius Rex/Jacula, Goblin), passando per il metal più classico (Death SS, Violet Theatre) e andando a finire al black metal (Mortuary Drape, Opera IX), giusto per citare qualche esempio noto a tutti. Ed è proprio dalla band capitanata da Wildness Perversion che arrivano questi The Magik Way.
Visto il nome del gruppo, quello dell’album, l’iconografia di foto e copertina, e soprattutto le info sheet inviate insieme all’album, mi ero incuriosito assai, credendo di trovarmi tra le mani un album interessante che, oltre a della buona musica, proponesse anche un concept una volta tanto meno banale del solito. E subito, per i motivi di cui sopra, ho pensato a qualcosa di più distante dal metal e più vicino, invece, a quanto proposto da Antonius Rex. E in effetti, in parte, è stato proprio così, visto che, sono presenti numerosi brani atmosferici, anche se non mancano degli episodi più legati al black metal, pur se proposto decisamente in maniera particolare, in quanto i nostri riescono a personalizzare a dovere le proprie composizioni.
Ma andiamo con ordine… La band nasce nel 1996, appunto, da una costola dei Mortuary Drape subito dopo la pubblicazione di “Secret sudaria”, e dopo aver autoprodotto “Dracula (1797 – 1997)”, dà alle stampe, soltanto ora, questo “Materia Occulta 1997 – 1999”, compendio di tutto quanto pubblicato dalla band anni addietro. I primi quattro brani sono tratti da “The magik way”, mentre i rimanenti sono estratti da “Cosmocaos”.
Per quanto riguarda la prima parte abbiamo a che fare, come già accennato, con un black metal molto particolare e stuzzicante, con forti richiami ambient e sperimentali. Per capirci, un’evoluzione più ricercata del sound della band madre. I restanti brani, invece, pur mantenendo la ricerca esoterica dei primi a livello testuale e concettuale, variano sensibilmente la proposta musicale, inserendo numerosi innesti riconducibili (con le dovute ed enormi proporzioni) a band quali Ordo Equitum Solis, Dead Can Dance, Death In June, Lustmord, Elend, Antonius Rex e compagnia occulta…
La particolarità che più di altre salta subito alle orecchie è l’utilizzo delle voci, sia maschili che femminili, che si inseguono, si sovrappongono, e si integrano a cori ed interventi filtrati, che rendono il tutto claustrofobico e malato, anche grazie ad ossessive nenie ripetute insistentemente in maniera molto ritualistica. I tredici brani della seconda parte possono sicuramente risultare affascinanti per la loro proposta, ma se si è un po’ più addentro alla musica esoterica si capisce anche che abbiamo, sì, a che fare con delle buone composizioni, ma che spesso lasciano un po’ di amaro in bocca, perché i buoni spunti che qui e là saltano fuori potevano essere sviluppati in maniera più approfondita e convincente. In poche parole, i Magik Way sanno il fatto loro, ma band come Death In June, Current 93, Lustmord e così via stanno su un altro pianeta…
Con questo non voglio certo bocciare questa particolare raccolta, anzi… Mi dispiace solo che non abbia corrisposto appieno tutte le buone speranze che avevo riposto nell’album prima del suo ascolto. In ogni caso un prodotto ben al di sopra delle tante schifezze pseudo black/ambient/sperimentali che spesso ci propinano.
L’Italia conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la sua particolarità quando si parla di dark sound, qualsiasi sia la sua diramazione…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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