Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:47 min.
Etichetta:Wounded Love Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. VERTIGO
  2. HOLLOW REFLECTION
  3. TRANSCENDENCE
  4. BLACK CARBON SNOW
  5. QUICKSILVER CLOUDS
  6. HYPERION
  7. THE DESTROYING ANGEL
  8. HALO OF FLIES
  9. OPHELIA

Line up

  • Henri Koivula: vocals
  • Juha Ylikoski: guitars
  • Harri Huhtala: bass
  • Jani Martikkala: drums
  • Jani Heinola: keyboards

Voto medio utenti

Dopo i primi due albums targati 1997 ('Pakkasherra') e 1998 ('Dreams Of The Black Earth'), si erano perse le tracce dei Finlandesi Throes Of Dawn, che, con tanto di line up rinnovata, ora sono ritornati con un buonissimo platter dal sapore decisamente emozionale ed emozionante, molto lontano dall'Atmosferic Black Metal degli esordi. La nuova pelle per questi ragazzi nord europei passa attraverso, oltre che ai membri storici Henri Koivula e Heinola, a Ylikoski (ex Rotten Sound), Huhtala (Cartilage e Vomiturition) e soprattutto Jani Mertikkala ('... And Oceans' ed 'Enochian Crescent'), creando un sound tenebroso e solitario, ma di discreto fascino e di facile assimilazione. 'Quicksilver Clouds' è un dischetto giocato su un tessuto musicale non veloce, ne tanto meno aggressivo, ma piuttosto su un calibrato mid tempo spesso heavy, ricco di atmosfere e di dinamiche, dal mood comunque morbido (ottima la produzione ai Sonic Pump Studios di Helsinki), tondo ed avvolgente, senza spigoli e dal sapore molto naturale; l'utilizzo di screaming vocals in orientamento Black (forse l'unica traccia del passato dei Throes Of Dawn) e di clean vocals sistemano il tutto, completando il quadro per un gustosissimo lavoro Dark Metal. Su tutte le songs che compongono il dischetto, svettano l'opener 'Vertigo', in cui fanno capolino i Tiamat che furono, la seguente 'Hollow Reflection', un perfetto ibrido tra il Gothic sound e J.M. Jarre e 'Halo Of Flies', una doomy song dal retrogusto edgeofsanitiano. Consigliato a tutti, soprattutto agli amanti di Katatonia ed Opeth, ma anche agli estimatori del suono Gothic di un tempo, di quello che diversi anni fa ha portato alla creazione di bellissime pietre miliari oramai non più raggiungibili.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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