Disco di debutto per questa giovane band americana che da più parti viene additata come una delle speranze del metal estremo made in USA. Diciamo subito che, per fortuna, il quartetto proveniente dai dintorni di Chicago non è dedito a nessun tipo di musica che possa avere un suffisso “core” e questo è già un sollievo mica da poco…Se entriamo un po’ più nel dettaglio ci troveremo di fronte ad una band che ha saputo inglobare in maniera articolata e composita tute le influenze provenienti dalle loro band preferite ed è per questo che è alquanto improbabile dire che
“Fires Of Life” non sia un album piacevole all’ascolto…è ben suonato, ben prodotto (merito del produttore
Jameson e del mastering ad opera di una death metal legend come
James Murphy), e addirittura fresco ed entusiasmante in alcuni momenti, come nell’opener track
“Whysper Of Heresy” , che scorre via bene, aggressiva, veloce e ben pompata, stilisticamente perfetta. Con la seguente title track entriamo veramente nel nocciolo del sound degli Starkill, un incrocio perfetto tra i primi (migliori)
Children Of Bodom e gli ormai onnipresenti
Amon Amarth , che stanno veramente influenzando un’intera generazione di giovani musicisti. Essendo dediti ad un death melodico dalle molteplici sfaccettature non possiamo assolutamente dimenticare di citare i grandissimi
Dark Tranquillity , la cui sapienza musicale sembra aver ispirato non poco i nostri amici americani. Sulla lunga distanza, visto anche l’eccessivo minutaggio, l’album ha qualche momento di stanca come in
“New Infernal Rebirth” (incredibilmente scelta come primo singolo..) o la successiva
“Strenght In The Shadow” , ma anche di fronte a questi piccoli passaggi a vuoto la band riesce a costruire comunque qualcosa di dignitoso e a strappare la sufficienza grazie ad un buon mestiere e a delle scelte un po’ conservative ma mai oltremodo abusate. Sicuramente a quelli che è piaciuto l’ultimo Wintersun non dispiacerà affatto
“Fires Of Life” , anche se, è bene dirlo, rispetto al progetto di Jari Maenpaa, gli Starkill mostrano un’anima più metal, con le chitarre sempre ben presenti e mai relegate al suolo di semplici comprimarie in favore delle tastiere. Non sono uno che si lascia facilmente prendere dall’ennesima “next big thing” , ma gli Starkill possono rappresentare una piccola eccezione. Aspettiamo il prossimo album per decretare la grandezza o per relegarli nel dimenticatoio delle delusioni. Per ora promossi con merito.
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