Woslom - Evolustruction (Reissue)

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2014
Durata:42 min.
Etichetta:Punishment 18 Records

Tracklist

  1. EVOLUSTRUCTION
  2. HAUNTED BY THE PAST
  3. PRAY TO KILL
  4. RIVER OF SOULS
  5. NO LAST CHANCE
  6. NEW FAITH
  7. BREATHLESS (JUSTICE’S FALL)
  8. PURGATORY
  9. BREAKDOWN (MAD DRAGZTER COVER)
  10. EVOLUSTRUCTION (EXT. VERSION)

Line up

  • Silvano Aguilera: vocals, guitars
  • Rafa Iak: lead guitars
  • Francisco Stanich Jr.: bass
  • Fernando Oster: drums

Voto medio utenti

Continua senza sosta l’invasione di band thrash metal, grazie anche al lavoro di etichette come la Punishment 18 Records, che però, nel caso specifico, ha davvero toppato. “Evolustruction” è il secondo album dei brasiliani Woslom (era già stato autoprodotto e pubblicato dalla band), e, inutile girarci intorno, sembra una raccolta di outtakes dei Megadeth degli anni 2000, neanche i migliori, quindi.

Le canzoni sono orecchiabili, la band sa sicuramente suonare bene, i riff taglienti ci sono, la sezione ritmica pesta duro… Peccato, però, che neanche una nota presente nell’album suoni originale. E qui non si sta facendo un discorso puntiglioso, di quelli atti a trovare a tutti i costi la novità e la personalità. Io sono sempre stato dell’opinione che sia sacrosanto, soprattutto quando si è una band giovane, avere delle influenze. Ma qui si supera il limite, e si atterra direttamente in zona plagio: quando è troppo è troppo… E se già musicalmente siamo sul riciclato andante (ma non di idee, parlo proprio di riff…), pensate che colpo vi verrà quando ascolterete il singer Silvano Aguilera aprire bocca! Resterete esterrefatti da come sia un mix perfetto di Dave Mustaine, Chuck Billy e James Hetfiled… incredibile (in negativo, of course…).

Ripeto, i brani sono simpatici, possono perfino riuscire a prendervi, e sono sicuro che ascoltando il disco in più di un’occasione vi ritroverete a battere il piede e smuovere la testa… Però altrettante volte, se non di più, sorriderete (se siete buoni, altrimenti imprecherete in aramaico antico), quando qua e là salteranno fuori riff o melodie vocali letteralmente copiati. Ascoltate l’arpeggio che apre e chiude “Purgatory” e ditemi voi se sono io che sto esagerando o se non vi farà immediatamente venire in mente il rosso crinito più incazzoso e famoso della storia del thrash…

Qualche tempo fa avrei concluso questa recensione consigliando l’album ai thrashmaniacs… ora non sono neanche tanto sicuro che questa sia una buona idea, vista la quantità smisurata di uscite thrash che ogni mese ci sommerge. Per cui, sono più che certo che in giro potrete trovare decisamente di meglio, ma se proprio siete dei completisti o dei Paperoni, comprate pure “Evolustrucion”, anche se dopo qualche ascolto finirà con l’impolverarsi da qualche parte. La sufficienza la do, ma è veramente striminzita, e si abbasserà prepotentemente se con il prossimo album i nostri non riusciranno a tirar fuori qualcosa di originale… Io intanto torno a metter su “Rust in peace”…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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