Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Humbucker Records
Distribuzione:Connecting Music

Tracklist

  1. SELF-MADE SON OF A B***H
  2. ONE SIZE FITS ALL
  3. KING OF THE WORLD
  4. GONE FISHING
  5. DIRTY NELLY
  6. HARDER BEING ME
  7. LONE RIDER
  8. LORD HAVE MERCY
  9. HEY YOU
  10. I DID IT ALL (THANK YOU & GOODNIGHT)

Line up

  • Jan Anders Bøen: vocals
  • Vidar Svanheld: guitars
  • Geir Arne Dale: drums
  • John Petter Pershaug: guitars
  • Lars Stian Havraas: bass

Voto medio utenti

Tornano ad un paio d’anni di distanza i norvegesi Humbucker, che giusto pochi mesi fa mi facevano sussultare con il loro rock ‘n’ roll grezzo e sincero. D’altra parte, se nasci come tributo AC/DC nel sangue ti deve scorrere qualcosa (oltre alla birra) di puro e splendido, come solo il rock ‘n’ roll sa essere.

Ebbene, al cospetto di questo nuovo lavoro ero quasi sicuro di ascoltare un album di assoluto valore, leggero, veloce, convincente. E invece, purtroppo, devo constatare un certo passo indietro rispetto al debutto.

Intendiamoci: non siamo di fronte a un brutto disco e, anzi, gli amanti del genere troveranno sicuramente di che essere soddisfatti, a partire dall’opener fino ad arrivare alle goduriose bonus track. Però stavolta le accelerazioni sono davvero poche, i sussulti pressoché assenti e i brani destinati a finire nel dimenticatoio molto in fretta sono fin troppi.

Cosa manca, vi chiederete. Ebbene, di fatto nulla. Gli elementi caratteristici del genere ci sono tutti, il disco è davvero ben fatto e anche lo sforzo a livello di produzione è apprezzabile, soprattutto nella ricerca di soluzioni corali sempre non banali. Ma nel complesso le canzoni hanno perso quella genuinità del passato. Non ci sento la passione, non ci sento quel groove che ti fa saltare dalla sedia, non ci sento la spontaneità, persa a favore di soluzioni un po’ troppo cervellotiche che inevitabilmente cozzano con la voglia di spegnere il cervello e ascoltarsi del rock ‘n’ roll.

Se dovete approcciarvi alla band, vi consiglio di iniziare dal primo disco piuttosto che da questo. Se già li conoscete, invece, direi che l’ascolto preliminare è obbligatorio. Sinceramente mi aspettavo molto di più, ma non posso non riconoscere che questi ragazzi abbiano un enorme potenziale e rappresentino una delle realtà norvegesi non estreme più interessanti. Per quanto mi riguarda li attendo al fatidico varco del terzo album, ansioso di scoprire quale sarà la strada che decideranno di intraprendere.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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