Mastodon - Once More 'Round the Sun

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2014
Durata:54 min.
Etichetta:Reprise Records

Tracklist

  1. TREAD LIGHTLY
  2. THE MOTHERLOAD
  3. HIGH ROAD
  4. ONCE MORE 'ROUND THE SUN
  5. CHIMES AT MIDNIGHT
  6. ASLEEP IN THE DEEP
  7. FEAST YOUR EYES
  8. AUNT LISA
  9. EMBER CITY
  10. HALLOWEEN
  11. DIAMOND IN THE WITCH HOUSE

Line up

  • Troy Sanders: bass, vocals
  • Brent Hinds: guitars, vocals
  • Bill Kelliher: guitars, vocals
  • Brann Dailor: drums, vocals

Voto medio utenti

Eh, i Mastodon... Innegabilmente la band di Atlanta sa dividere il pubblico come poche altre. Da una parte c'è chi è sempre pronto a portarli in trionfo, elogiandoli come salvatori ed innovatori di un intero movimento musicale e dall'altra, molti detrattori che non ne capiscono il successo e li ritiengono clamorosamente sopravvalutati. Giusto per non crearmi troppi nemici già all'inizio di questa tribolata recensione, comunico a chi legge che io sto nel mezzo. Sono infatti tra quelli che hanno apprezzato molto il cammino in crescendo della band ma, pur ritenendo Crack the Sky un grande album, preferisco quanto creato fino a Blood Mountain con quel misto di influenze selvagge, genuine, una progressione sonora sempre in divenire.

Tutto questo per inquadrare la mia posizione e, per scansare ogni dubbio, lo dico subito: il nuovo Once More 'Round The Sun è molto meglio dello scialbo, spompato e semplicistico The Hunter.
Ma non è metal. Almeno, non molto. Se ne può trovare qualche traccia in alcuni riff e in qualche attacco. Inutile, quindi, andare a cercare lunghi componimenti, grezze partiture heavy o reminescenze thrash piuttosto che sprazzi di Black Sabbath, Pelican, Rush... Quello è il passato. I Mastodon hanno intrapreso il loro cammino che, pur non essendo oro colato, è assolutamente interessante e li ha portati dal post-hardcore iniziale (qualunque cosa significhi) all'odierno space-stoner-rock, mutevole ma sempre più immediato, facilmente assimilabile e, diciamolo, commerciale. Questo termine non ha per forza un'accezione negativa se intende canzoni di qualità, ben costruite e alla portata di tutti.

Posso dire che ora i Mastodon suonano "semplicemente" come i Mastodon e diversi brani come The Motherload o la title track potrebbero stare in heavy rotation su Virgin Radio. Canzoni all'apparenza semplici, fatte di riff efficaci e mai banali, dove l'irruenza vocale ha lasciato il posto a melodie ben studiate, a volte leccate. Da questo punto di vista High Road (per la quale è stato girato un video, riportato sotto la recensione) esemplifica il contenuto dell'album, col suo chorus melodico e facile da ricordare, efficacissimi riff dal vago sapore stoner, dissonanze, momenti graffianti e altri tranquilli. Si sente aleggiare un mood settantiano lungo il disco, soprattutto nelle ritmiche, così come si percepisce fortemente l'aura di Crack The Sky che spunta qua e là più prepotente. Vedere Diamond In The Witch House (con l'apparizione di Scott Kelly) e Chimes At Midnight per dettagli, tra le migliori in assoluto.
Questi Mastodon che con il LORO suono giocano ai Radiohead, agli U2, ai Thin Lizzy, possono anche non piacere (tipo Asleep In The Deep e il suo refrain non proprio riuscitissimo), può anche sembrare eccessivo, ad esempio, un mix voci filtrate in una canzone semi-prog con cori femminili finali di una band indie/punk (The Coathangers si chiamano ), su Aunt Lisa succede ma... funziona. Non si può dire nulla se non che riescano a semplificare in modo "drammatico" pezzi per nulla scontati, "sembran solo canzonette" cantava qualcuno, e invece...
Ci sono alcuni episodi più contorti ma brevi come durata totale, che sono una vera pacchia per gli amanti della perizia strumentale, dico solo Feasts Your Eyes. C'è anche un alone psichedelico percepibile in tutto il lavoro, dovuto soprattutto all'utilizzo di delay ed altri effetti vocali, che rende la proposta magnetica.
C'è questo, c'è quello... A questo punto avrete capito di non aver capito. Esatto, i Mastodon vogliono questo: confondere, colpire con classe e affondare, farsi ascoltare da tutti ma essere veramente capiti da pochi. Non sono degli dei, non sono intoccabili ma sono musicisti estremamente intelligenti e se c'è una cosa che hanno fatto e continuano a fare è evolvere.

Mi scoccia solo comprarlo per via di avere poi in mano una copertina orripilante che l'Arcimboldo di Peperlizia, a confronto, è degno di un poster gigante da tenere sul letto. Ma ci posso passare sopra, dopotutto ascolto anche roba con copertine così.
Artwork a parte, dategli un ascolto senza preconcetti, senza fare paragoni, provate invece ad immergervi nelle loro composizioni e vedere che succede. Se nemmeno con questo approccio riuscirete a convincervi, pace, non ne faremo un dramma.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi
Ottimo ritorno.

Un passo avanti rispetto al precedente, pur sviluppandone alcuni spunti stilistici. Articolato, vario e curato nei minimi dettagli per poter esaltare ogni soluzione. Viene riproposto un sound più aggressivo rispetto al precedente e la cosa non può che farmi gioire. L'aura epicheggiante, restituita soprattuto dalle vocals di Troy Sanders, del secondo e del terzo disco viene qui incorporata e rielaborata in canzoni composite in cui gusto melodico e riff abrasivi convivono perfettamente. (8)

inutile comparare col passato

questo cd spacca di brutto

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 mag 2016 alle 14:42

uno dei top album del 2014, non gradito dai soliti puristi per la minor presenza dei latrati thrash presenti su remission e leviathan purtroppo alla lunga stucchevoli. hinds che come cantante faceva cagare negli anni è molto migliorato ad esempio. l'evoluzione della band è stata costante : si è passati da un thrash sludge progressivo dei primi dischi ad una sorta di stoner (metal) moolto psichedelico cosa facilmente riscontrabile su sto once more. dicevo, grande disco almeno 7 pezzi assurdi con (forse) aunt lisa un po sotto , asleep in the deep ,chimes at midnight ,title track da brividi . voto 8 condivisibile per me però 8,5.

Inserito il 04 lug 2014 alle 10:39

Basta che non hanno intrapreso la stessa strada dei Cynic .....

Inserito il 26 giu 2014 alle 01:41

io manco i primi :D

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