Il male/female duo Electro-Industial canadese ritorna con una terza release di non primissimo livello, non proprio al massimo dell'originalità, ma comunque capace di smuovere un minimo di interesse. I Flesh Field hanno dato corpo a tutto il loro amore verso i mostri sacri del genere, compresi alcuni lontanissimi richiami alla visione del Cyberpunk - oramai datato 1993 - di Billy Idol. 'Strain' è un concentrato di elettronica (grandissime le influenze dei Front Line Assembly e degli onnipresenti Nine Inch Nails) e di Beat/Break Beat, in cui spessissimo si affacciano i classici attacchi delle sei corde che caratterizzano da sempre il sound dei Ministry o che hanno segnato il M. Manson di qualche album fa, creando un sound discretamente pesante e cattivo (l'eccesso Techo di 'Seethe' o la fisicità EBM di 'The Collapse' - la song migliore dell'album - ne confermano il gusto da Dancefloor) ma anche di buona dinamicità (vedi le divagazioni all'interno delle atmosfere modello soundtrack Sci-Fi). Peccato che la produzione non molto definita soprattutto nella gestione dei bassi e del suono della chitarra, ed una certa ridondanza nel songwriting, ne penalizzi un pochino il risultato finale, impedendone forse una esplosione massiccia nella mente dell'ascoltatore.
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