PRESUPPONENZA.
Il nuovo album dei
Blind Guardian è un monumento alla presupponenza, l'autostima fatta arte, l'autoreferenzialità elevata a status di vita. Un disco che trasuda talmente tanto Ego, che mi ha infastidito non poco; cerco di elencarvi i motivi:
- prendi una storia di vent'anni fa (quella raccontata in 'Bright Eyes’ e ‘And The Story Ends’ da "Imaginations From The Other Side") , e ci costruisci un concept album ambientato nel futuro, con tutta una teoria di futuro/presente/dimensioni altre che posso anche accettare, ma che non sta in piedi in alcun modo. Sospensione dell'incredulità? Ok, ma al cinema.
- TRE cori (Praga, Budapest, Boston) tutti insieme per circa trecento persone, più NOVANTA elementi di orchestra per registrare l'intro più sinfonica dell'universo? E poi? Dal vivo mi vai con la base, giusto? Fico, sei un grande, tu sì che puoi...
- Un lavoro in studio encomiabile, per carità... ma se poi siete in quattro sul palco, a che serve mettere in piedi cotanto baraccone sinfonico? Adoro le influenze sinfoniche in un album, adoro gli inserti neoclassici, ma la Misura è una dote impagabile, e per me stavolta Hansi e soci si sono fatti un filo prendere la mano....
- "
Twilight of the Gods" ha un ritornello bello, poi le canzoni cominciano ad assomigliarsi pericolosamente l'una all'altra; ciò non toglie che il lavoro si percepisca in fase di scrittura, ma volete per un attimo provare a paragonare queste tracce con la vecchia produzione? Non per forza quella vecchissima, ma anche quella mediamente recente... Quante delle linee vocali vi resteranno in testa? Chi riuscirà, tra un mese o due, a cantarmi il ritornello di una di queste canzoni? Salvo giusto "
Ashes of Eternity" e parti del gran finalone "
Grand Parade", che però alla fine si morde la coda anche lui, come un serpente pigro.
Non voglio fare il nostalgico ad ogni costo, ma "
Beyond the Red Mirror" suona alle mie orecchie come un tentativo di distinguersi definitivamente dalla "massa", di elevarsi in maniera netta e decisa dal
mare magnum di power metal bands in giro. Che i BG abbiano sempre avuto una forte inclinazione per la sinfonia è fuor di dubbio, ma non dimentichiamoci mai che stiamo parlando di
Heavy Metal. Ecco, qui troppo spesso ho sentito poco la pacca, la potenza, la voglia di raccontare una storia, e troppe volte invece mi sono ritrovato a contare le battute dei solos, a percepire nettamente le sezioni delle canzoni come qualcosa di montato a tavolino, ed è un gran peccato, perché, checché se ne voglia dire, stiamo parlando di un gruppo caposaldo del metallo degli ultimi trent'anni. Non sono di certo disamorato o schifato, semplicemente (si fa per dire) questo "Beyond the Red Mirror" mi suona poco genuino, molto architettato, ed è un bel peccato. Già immagino di vederli su un palco, con trenta tracce in playback, e mi chiedo se è questo che davvero voglio da una band metal. Forse, credo proprio di no.