Uno stile stoner/alternative rock moderno e piacevole, quello dei campani
Miriam in Siberia. Mood melodico, onirico, nelle parti vocali e strutture psichedeliche in quelle strumentali, in scia a formazioni come Oneida, Black Mountain, The Bevis Frond, Torche.
Cinque brani, dalla compatta ed energica “Failing” alla bellissima malinconia di “Down from a mountain”, fino alla lunga cavalcata slow-psych “Don’t anyone” che accosta toni struggenti a sonorità seventies. Composizioni di buon gusto, con sapiente uso dell’hammond, circondate da atmosfere ombrose ed iperboree. Un senso di vastità, di estensione sconfinata, ben rappresentato dallo scatto fotografico in copertina, frutto del reportage “In Siberia” di Marco Quinti.
Da notare che si tratta del primo lavoro in lingua inglese per il gruppo di Aversa (terzo della loro discografia), a segnalare una volontà di trasformazione e crescita in atto. Prova riuscita.
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