Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:61 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HEROES
  2. BATTLE'S WON
  3. MY GOD-GIVEN RIGHT
  4. STAY CRAZY
  5. LOST IN AMERICA
  6. RUSSIAN ROULé
  7. THE SWING OF A FALLEN WORLD
  8. LIKE EVERYBODY ELSE
  9. CREATURES IN HEAVEN
  10. IF GOD LOVES ROCK 'N' ROLL
  11. LIVING ON THE EDGE
  12. CLAWS
  13. YOU, STILL OF WAR

Line up

  • Andi Deris: vocals
  • Sascha Gerstner: guitars
  • Michael Weikath: guitars
  • Markus Grosskopf: bass
  • Daniel Loeble: drums

Voto medio utenti

Che gli Helloween stiano vivendo un nuovo periodo di grazia è sotto gli occhi di tutti… L’ultimo lavoro in studio “Straight out of Hell” era ed è tutt’ora un signor album, e ancora oggi si lascia ascoltare con immenso piacere, e non a caso è stato accolto anche qui sulle nostre pagine con grande entusiasmo; dal vivo continuano ad essere una delle migliori power metal band in circolazione (a parte i soliti problemi legati alla ‘voce’ di Andy Deris), e soprattutto, a soli due anni di distanza, pubblicano un nuovo lavoro che fin dai primi ascolti vi entrerà in testa e difficilmente ne uscirà, fin dall’opener “Heroes”, mid tempo dal classico refrain helloweeniano…

In fondo pensateci un attimo, la melodia e i chorus accattivanti sono stati da sempre i marchi di fabbrica delle zucche. Quello che di volta in volta ha differenziato un album da un altro è appunto la quantità di musicalità presente, che è sempre stata inversamente proporzionale alla durezza dei brani. Beh, è bene chiarire fin da subito che in questo caso di melodia ce n’è a bizzeffe (ci sono almeno 4 o 5 potenziali hit single), e che i nostri hanno marcato tantissimo la mano sul loro lato più hard rock, riducendo di molto le soluzioni 100% power metal.

Questo può già darvi un’idea di che tipo di album sia questo “My God – given right”. Non aspettatevi però stucchevoli melodie pseudo pop come troppo spesso siamo costretti ad ascoltare ultimamente in uscite metal. Qui stiamo pur sempre parlando di Weikath e company, e scusate se è poco. La classe è innata, e pur percorrendo sentieri già abbondantemente esplorati da loro stessi, l’abisso nei confronti di altri gruppi è veramente immenso. Quello che altri chiamano autoplagio io lo chiamo stile personale, e non vedo perché possa essere accettato solo se si parla di Motorhead, Kiss o AC/DC e non per band quali questa, o Gamma Ray e via dicendo. Come già fatto per “Straight out of Hell” la band dà il meglio di sé e affila una serie di killer song che faranno la felicità degli amanti delle soluzioni più orecchiabili. Il tutto senza perdere minimamente il proprio trade mark, e, per quanto mi riguarda, senza assolutamente scadere nel becero.

Sinceramente dopo essere rimasto più che piacevolmente colpito dal penultimo lavoro avevo qualche dubbio sulla riuscita di questo nuovo album. E invece non solo i brani sono assolutamente all’altezza di quelli di “SOOH”, ma un paio di loro sono anche un tantino più in alto. Manca sicuramente la “Nabataea” di turno, ma vi assicuro che sarà impossibile non lasciarsi trascinare da anthem quali la titletrack, la giù citata “Heroes”, “Battle’s won”, “Claws” o “Russian roulé”, accattivanti sotto ogni punto di vista (quest’ultima in particolare), o dal solito, immancabile, brano cazzone (“If God loves rock ‘n’ roll”).

Il lavoro delle due asce Weikath/Gerstner è impeccabile, e spesso e volentieri vengono fuori quei duetti classici che fin dall’esordio hanno fatto la differenza tra gli Helloween e gli altri gruppi metal a loro affini. La prova di Deris, invece, non si discosta dai suoi standard. Personalmente non sono mai stato un suo grande estimatore, quindi se come me non lo avete amato particolarmente sin’ora, di certo non cambierete idea dopo aver ascoltato questo album. Tutt’altro discorso per quanto riguarda la sezione ritmica, sempre quadrata e precisa, ma, come già accennato, è il lavoro di chitarre che fa veramente la differenza, con lunghe fughe strumentali che solo Weiky sa tirare fuori.

Prima di iniziare la recensione mi ero ripromesso di ascoltare l’album più e più volte per farmene una giusta idea, e così è stato, ma vi assicuro che se anche l’avessi ascoltato una sola volta il giudizio finale non sarebbe affatto cambiato, tanta è la sua immediatezza. E se devo dirvi di aver trovato dei filler, beh, mentirei, nonostante la presenza di un paio di brani non esattamente all’altezza degli altri (“The swing of a fallen world” (le sonorità cupe alla “The dark ride” non si sono mai sposate bene allo stile della band, salvo, appunto, in quel disco), o la ballatona “Like everybody else”, non proprio un capolavoro). Ma in ogni caso ci si mantiene su livelli più che dignitosi, per cui nessun problema… “My God – given right” è il solito, classico, album degli Helloween, prendere o lasciare. Come già detto prima, hanno il loro stile, e per fortuna non hanno nessunissima intenzione di cambiarlo, nel bene e nel male, per cui non aspettatevi nulla di diverso dai loro standard, copertina orrenda compresa!!
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 giu 2015 alle 16:28

Mah! trovo il giudizio di Sbranf un po' troppo severo. Considerate le ciofeche in circolazione, almeno le zucche tengono alto il loro nome con un album dignitosissimo. Dopo 30 anni, riescono ancora a fare album che non stancano affatto. Lunga vita.

Inserito il 03 giu 2015 alle 09:45

Grande Sbranf...finalmente sento qualcuno parlare di Deris e degli Weeikathz in modo appropriato....nulla da aggiungere....chapeau

Inserito il 01 giu 2015 alle 22:38

Devo ancora ascoltarlo per bene "My god..." per esprimere un giudizio definitivo, ma mi sento di fidarmi del Graz, visto che praticamente sposo appieno ciò che ha detto riguardo gli album precedenti, in particolare la bellezza di "Gambling..." e la debolezza sostanziale della proposta di "The Dark Ride"...

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