"Buonasera Mr. Cowgill, ha studiato?"
"Sì, certo. Farò un figurone, ne sono sicuro!"
"Bene, argomento a scelta allora: cos'ha portato?"
"
King Dude! Nello specifico vorrei parlarvi delle ultime undici fatiche raccolte nell'opera completa
Songs of Flesh & Blood - In The Key of Light, pubblicata da Van Records".
"Interessante: lascia presagire filosofia, introspezione, pathos. Può descriverci questo suo nuovo full-length in estrema sintesi?"
"
Now that it's done I am convinced not only will people love it, but that I have become stronger than my former self. For this divine work I am given, I am blessed. (dalla
pagina web ufficiale)"
"Ci dispiace contraddirla, Mr. Cowgill. La commissione, composta da umili ascoltatori e paganti consumatori di metallo, apprezza la convinzione che dimostra di riporre nelle sue composizioni ma, con rispetto ed altrettanta educazione, le comunica il non superamento del suo esame di maturità".
"Ma come osate? I am the King!"
Bestialità a parte, nell'ora scarsa del dischetto in questione, le note si dissipano nell'aria senza lasciare alcun segno né ricordo, assopite tra atmosfere rarefatte da b-movie
spaghetti western e declamazioni country-dark (?) su vocals di Waitsiana memoria.
Ma non scomodiamo paragoni inutili, nell'estrema semplicità del riffing (per altro quasi mai incisivo, salvo in apertura) e nella ridotta qualità del songwriting proposto, la sufficienza non la si raggiunge nemmeno quando la similitudine accoglie i Depeche Mode e le chitarre acustiche racimolano qua e là le melodie di un arpeggio in minore.
"Ci dispiace Mr. Cowgill, questa volta è andata così. Potrà sempre ripresentarsi alla prossima sessione d'esame. Costanza ed impegno, umiltà e sostanza. E provi a lasciare da parte quello smisurato ego che sembra distrarla dai contenuti".
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