Album solista strumentale per Mike Terrana, eccezionale batterista in pianta stabile dei Rage, che vanta inoltre innumerevoli prestigiose collaborazioni: Tony Macalpine, Helloween, Y.J. Malmsteen, Tony Hernando e Gamma Ray. Grande fan di Steve Smith e Dean Castronovo, batteristi ai quali si è ispirato, ha assorbito il loro stile e lo ha plasmato alle sue qualità tecniche e alla musica delle bands per cui ha lavorato, prestando il suo talento musicale. In questo suo secondo album solista (successore di "Shadow Of The Past" del 1999), Mike si avvale della collaborazione dell'artista francese Cyril Achard (chitarra e tastiere) compositore di quasi tutte le musiche dell'album, del bassista Kevin Chown (Artension, Magnitude 9) e del polistrumentista Ferdy Doernberg.
"Man Of The World" si muove su linee fusion, jazz e rock fusion che esaltano le doti tecniche di tutti i musicisti coinvolti in questo progetto, primi su tutti il drumming frenetico di Mike Terrana e il guitar playing sempre preciso e pulito di Cyril Achard.
A seguire la statica e un po' monotona "The Omen" troviamo "Native Tongue" che al contrario risulta più convincente e più facilmente assimilabile, con la chitarra di Cyril Achard che pennella scale melodiche su ritmi fusion mai scontati e talvolta dispari. A tratti la proposta di Mike Terrana è molto simile alla musica di quel genio di Frank Gambale, anche se, senza nulla togliere a Cyril Achard, il talento musicale di Gambale e la passionalità che esce dalle composizioni sono tutt'altra cosa... Credo comunque che il rock fusion sia per un batterista la migliore scelta per proporre il proprio virtuosismo e forse è proprio per questo che il buon Mike abbia dirottato la sua proposta su queste linee musicali, anche se lontane anni luce da ciò che ha finora fatto con le sopra citate bands. Non a caso ci sono alcuni pezzi davvero inconcludenti e deludenti come la tribal-fusion "Revenge Of The Cachaca", la classica "Sonata #9" e "One For The Road", e altri che risultano leggermente migliori come "Spin Drifter", "Five Alive" e la bellissima e melodica "Sorcery".
L'album dal punto di vista tecnico direi che è perfetto, ma purtroppo la proposta musicale risulta troppo statica, stagnante e monotona. In quanto ad emozioni e comunicatività direi che in "Man Of The World" vi è la più totale assenza, a favore di una banale ricerca del tecnicismo più esasperato. Nulla da dire riguardo la tecnica di Mike Terrana: basta dare un ascolto all'ultima traccia "Drum Solo / Tokyo Japan 2002" registrata dal vivo in cui Mike dà sfoggio di tutte le sue eccellenti doti tecniche.
Un album consigliato ai fan di Mike Terrana e del drumming più tecnico.
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