Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:42 min.
Etichetta:Metal Blade Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE RAGING TIDES
  2. BRAND OF EVIL
  3. CATATONIC
  4. SACRED DEFENCE
  5. WELCOME TO HELLFIRE
  6. SINISTER SOULS
  7. SHADOW WALKER
  8. THERE WILL ALWAYS BE BLOOD
  9. DARK REFLECTIONS
  10. DEATH FACTORY
  11. FOREVER MY QUEEN (PENTAGRAM COVER)
  12. HOSTAGE TO HEAVEN (GRIP INC. COVER)

Line up

  • Mem Von Stein: vocals
  • Ray Mesh: guitars
  • Marc Brautigam: guitars
  • T. Schiavo: bass
  • Matthias Kassner: drums

Voto medio utenti

Fire & damnation” fu la vera e propria sorpresa thrash del 2012. Un disco fottutamente violento che ci riconsegnò una delle band seminali della prima ondata thrash teutonica, rappresentata in questa reunion solo da Mem Von Stein e Ray Mensh, singer e chitarrista originali, pur se accompagnati da ottimi comprimari. Un fulmine a ciel sereno che pochi si aspettavano dopo ben 25 anni e che ha contribuito a rilanciare la carriera musicale degli Exumer, che oggi tornano sul mercato con questo nuovo “The raging tides”.

La formula è la stessa del disco precedente, e cioè un thrash metal senza compromessi, un tuffo nel passato che non vuole avere niente a che spartire con le nuove influenze e le nuove tendenze del metal, e lo mette in chiaro fin dalle prime note. Ancora una volta prodotto magistralmente dal guru Waldemar Sorychta a Dortmund, nei suoi Waldstreet Sound (e non penso sia un caso che una delle due bonus track presenti, l’altra è “Forever my queen” dei Pentagram, sia proprio “Hostage to Heaven” dei Grip Inc.), l’album è un bel calcio sui denti, dieci brani senza compromessi, che spazzano via tutto quello che si trovano davanti.

Schegge impazzite come “Brand of evil”, “Sacred defense” o “Sinister souls” vi traghetteranno nell’inferno thrash degli anni ’80, facendovi assaporare il vero sapore del sottogenere più genuino della nostra amata musica. Un disco ovviamente rivolto ai nostalgici e in particolare ai thrash maniacs, che troveranno senz’altro pane per i loro denti.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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