Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:53 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. GHOST OF GRACELAND
  2. I DON’T MISS THE MISERY
  3. BETTER THE DEVIL YOU KNOW
  4. DO YOUR OWN STUNTS
  5. ENDANGERED
  6. INFERNO
  7. ALIEN EARTHLINGS
  8. NONSTOP MADNESS
  9. TOO LATE TO DIE YOUNG
  10. HOUSE ON FIRE
  11. TOGETHER ALONE
  12. EVERYTHING TO EVERYONE

Line up

  • Robert Ernlund: vocals
  • Anders Wikström: guitars, backing vocals, vocals on “Together Alone”
  • Patrick Appelgren: keyboards, guitars, backing vocals
  • Pontus Egberg: bass
  • Jamie Borger: drums

Voto medio utenti

La formazione è di quelle “storiche”, ma per una volta non sarà necessario attribuire alla nostalgia o a brandelli di lontana memoria la responsabilità di aspettative tanto elevate. E’, infatti, sufficiente arrivare fino al 2010 e a quel gioiellino di rock melodico denominato “Coup de grace” (ai tempi stranamente un po’ sottovalutato dall'esimio collega Quero su queste stesse colonne …) per comprendere quanto questo follow-up fosse atteso da moltissimi chic-rockers sparsi sul globo terracqueo, trepidanti e ben consapevoli delle grosse difficoltà che s’incontrano dopo aver raggiunto tali livelli di eccellenza.
Ebbene, cari raffinati esteti della musica, rilassatevi pure, i Treat non deludono i loro sostenitori e sfornano un disco assolutamente all’altezza del suo illustre predecessore, dimostrando altresì che pur mantenendo ben saldi i loro principi artistici, sono in grado di intridere il songwriting di nuove sfumature espressive.
Ghost of graceland” è un lavoro che riesce ad evitare il ristagno creativo di molti alfieri del genere, suona fresco e moderno senza rinnegare la blasonata scuola scandinava del settore, colpisce per come coniuga in maniera pressoché ineccepibile armonia, grinta e un pizzico d’inquietudine, conquista grazie ad un programma eseguito con impeccabile competenza, irradiante una classe sfolgorante sotto il profilo compositivo.
Fin dalle atmosfere melodrammatiche e coriacee dell’avvincente title-track si capisce che qualcosa è “cambiato” nelle soluzioni interpretative della band, abilissima, poi, nel farsi “riconoscere” grazie ad un refrain stratosferico, perfetto per essere memorizzato all'istante.
I don’t miss the misery” mescola con sorprendente naturalezza squisitezze melodiche e bagliori post-grunge (con un approccio che mi ha vagamente ricordato i Masquerade di “Surface of pain” … qualcuno si ricorda di loro?), mentre “Better the devil you know” appassiona con le sue scalcianti pulsazioni hard-rock e con un ritornello ancora una volta a “presa rapida”.
Agli animi romantici, che però respingono le sdolcinature eccessive, consiglio, poi, l’ascolto di “Do your own stunts”, un momento orchestrale dall’enorme pathos, in splendido equilibrio tra sentimento, appeal “radiofonico” e tensione emotiva.
Endangered” è un altro esempio di tipica arte Treat-iana adeguata all’A.D. 2016, la grintosa e accattivante “Inferno” soddisferà i fans storici dei nostri, i quali, ne sono certo, finiranno per essere soggiogati pure dall’ombrosità di “Alien earthlings”, risolta con gusto e fervore dagli invincibili svedesi.
Altre dosi copiose di vibrazioni immediate le assicurano la spigliatezza di “Nonstop madness” e la massiccia agilità di “Too late to die young”, laddove un pizzico di superiore attenzione la richiede “House on fire”, un pezzo che indugia in un clima squisitamente sospeso tra ruffianeria e dramma.
Chiusura in bellezza con la ballata sinfonica “Together alone”, cantata dal virtuoso Anders Wikström (capace di ostentare un’innata sensibilità non solo con la sua magica sei corde ...) e con “Everything to everyone”, un gradevole mid-tempo dal notevole impatto “commerciale”, attrezzato per fare bene anche in ottica “contemporanea”.
I Treat tornano con un’opera che cerca e trova inediti spazi d’espressione e rielabora con misura e scintillante ispirazione il nobile trademark del gruppo … gli eterni “rivali” Europe sono avvisati.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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