Perché una persona dovrebbe avvicinarsi a un disco di psych/doom rock dalle influenze celtiche e dalle liriche in bretone? Può
"perché il mastering l'ha curato Dan Swanö" essere una risposta sufficiente? Senza dubbio sì.
Steven Le Moan e
Thomas Coïc, ideatori del progetto
Stangala, sono riusciti con
"Klañv" a creare un sound personale e originale a cavallo "di tutto", dalla psichedelia più lisergica al death metal meno ortodosso. Merito del contributo degli ospiti
Odran Plantec (alla bombarda) e
Fëarann (alla cornamusa)? Forse, ma alla base ci sono comunque delle composizioni solide e ben congeniate.
Già dall'introduttiva
"Bigoudened An Diaoul: Orinoù" l'obiettivo è forte e chiaro: sonorità di matrice Seventies, inaspettate sfuriate di doppia cassa, sax, tastiere in evidenza e atmosfere dilatate si fondono in maniera sorprendentemente equilibrata.
"Hent Loar" spinge sul lato più doom e sinistro della proposta, con un bel solo ispirato di chitarra.
"Lutuned An Noz" stupisce per l'inizio irruente (quasi punk direi) ed evolve death con ottime aperture melodiche e alcuni azzeccati inserti di vocoder. La title-track, strumentale, ha un bel tiro, è ruffiana al punto giusto ma non brilla per originalità (e presenta il solito inutile finale in fade che tanto spesso mi irrita).
"N'Eus Ket Dremmwel Hiviz" è strutturata come un crescendo cadenzato guidato dal pianoforte Rhodes che da acustico diventa prima grooveggiante e poi sfocia in una serie di ottimi assoli. Buona ma meno incisiva è
"Jan" (notevoli i cambi di passo) mentre risulta elaboratissima
"Marv Int Ar Martoloded": momenti swing, concessioni al metal più tradizionale e break narrati si alternano in quello che strutturalmente è il brano più progressivo del lotto. Il finale è lasciato ad
"An Ankoù Hag Ar Vor", un lungo brano strumentale con influenze ambient e spacey che suona un po' troppo improvvisato (l'intermezzo swing e il finale blast beat un po' posticcio supporterebbero questa mia teoria) nonostante un bel solo di piano.
Temerari di tutto il mondo unitevi, qui c'è del pane per i vostri denti (e della musica per le vostre orecchie): ancora una volta il buon
Dan Swanö si è dimostrato garanzia di qualità. Se penso che mi ha fatto apprezzare una band francese...
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