Se una volta la Finlandia era sinonimo di power metal (Stratovarius, Sonata Arctica, Nightwish, ecc.) oggi le cose sono decisamente diverse e i
Disclarity sono qui per ricordarcelo. Dopo un EP datato 2012 la formazione di Lahti esordisce col breve (appena 31 minuti di musica) ma intensissimo
"What Will Be Left", un disco un po' metalcore, un po' death, un po' djent dalle mille sfaccettature.
L'introduttiva
"Seven Gods" colpisce per lo stile granitico, il groove e le ottime aperture melodiche. In
"Cycle Of Life" è la ricerca ritmica a spiccare, insieme alle sfumature djent di scuola Periphery.
"Last Song" è più canonica e mainstream, e c'è spazio anche le vocals pulite.
"Liars" attacca ruffiana, con un riff che avrebbe potuto concepire
Michael Romeo, e viene valorizzata da un ottimo assolo intermedio. La non entusiasmante
"Light Dies", con il suo arrangiamento essenziale, serve a smorzare un po' i toni prima di
"Alteration", un breve interludio di matrice industrial/elettronica che prelude a
"Save Me From Myself", altra traccia bella carica dove è l'utilizzo dei cori a stupire.
"Dream" gioca sull'ottimo equilibrio dinamico che si viene a creare tra le parti più estreme e chirurgiche e quelle più soffuse e ambient e ci conduce verso la conclusiva e più elaborata
"Vanish", dove un incipit quasi maideniano sfocia in un ritornello azzeccato e magnetico.
Davvero un buon disco nonostante l'esigua durata, una proposta che a tratti mi ha ricordato una versione più nordica e "asciutta" dei nostri Subliminar Fear.
"Non perdiamoci di vista"...
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