Fa sempre piacere assistere al ritorno di band che, in tempi non sospetti, seppero forgiare quella musica che ora, con un po' di nostalgia, i più anziani fra di noi catalogano come heavy metal classico. Già, perché nel 1980, anno di debutto per i Belgi
Killer, il sound contraddistinto da chitarre distorte e partiture vocali graffianti veniva semplicemente etichettato come heavy metal, senza tutte le inutili distinzioni che attualmente tendono a confondere le carte di una scena sempre più asfittica. Dopo essere tornati sulle scene nel 2003 con il discreto "Broken Silence", i Killer danno ora alle stampe "Immortal", un lavoro godibile, suonato da musicisti di grande esperienza e profondamente innamorati della propria musica. Si passa così da eccellenti episodi come "Immortal" o "Frozen Fire - Burning Ice", immolati ad un sound roccioso e diretto, alle successive "Stone Cold", "The Mirror" e la strumentale "Ad Tempus Vitae", dove fanno capolino influenze mutuate dal prog meno complesso. Fortunatamente i Killer non dimenticano le loro origini di rudi biker, e con "Easy Rider"e "Touch Of Evil" danno alla luce due gioielli di puro hard rock, dove i fantasmi di Deep Purple, Rainbow e Uriah Heep si trovano a dover fare i conti con i graffianti riff dei Whitesnake più incisivi. Sugli scudi la performance del leader Paul "Shorty" Van Camp, singer di razza in possesso di un'ugola d'oro che sembra non risentire dei venticinque anni di attività.
Non lasciatevi traviare dalla orrida copertina, se siete alla ricerca di un prodotto nostalgico ad attuale al tempo stesso "Immortal" è il disco che fa per voi.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?