Gli
Abortus sono una band australiana giunta al secondo disco dopo l’autoprodotto “
Judge Me Not” del ’99. In questo caso ci troviamo di fronte ad un death/thrash che molti non esiterebbero a definire “ignorante” ma che offre numerosi buoni spunti.
Infatti gli
Abortus hanno un suono molto old school che ha dei chiari riferimenti agli
Autopsy per quanto riguarda la matrice death del loro sound. Sound che comunque è pieno di retaggi e riff pescati dalla primigenia scena thrash tedesca,
Destruction e
Kreator su tutti. Tuttavia il sound è molto grezzo, sporco e iperamplificato al punto che in certi frangenti gli
Abortus flirtano col death’n’roll di chiara matrice svedese, con alcuni inserti sicuramente ispirati a certi episodi cari agli
Entombed.
Le song sono tutte abbastanza potenti e dirette, in your face è il termine adatto, aiutate da una produzione molto grezza e sporca che fa tanto retrò. Interessantissimi sono la prova del giovanissimo batterista
Michael Stojcevski e gli assoli di chiara matrice heavy che donano al disco un’appeal molto particolare. Il groove grezzo e pulsante creato da questa bravissima band è notevole e la stessa aggressività non sfocia mai nella cacofonia pur attestandosi quasi sempre su livelli medio-alti. Da questo punto di vista la miscela degli
Abortus è affascinante anche se difetta di una buona dose d’originalità. Tuttavia questa semisconosciuta band australiana riesce laddove la superband
Murder Squad (con membri di
Dismember ed
Entombed) ha parzialmente fallito. In altre parole creare un sound che rendesse merito alla vecchia scuola risultando non noioso, ripetitivo e scontato ma al contrario, ricco di feeling. Da questo punto di vista l’obiettivo è raggiunto in pieno anche se con alcune lievi cadute di tono. Un buon disco che si fregia tra le altre cose di una stupenda, anzi superba, confezione digipack. Io una chance gliela darei. Ora tocca a voi.
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