Era una fredda notte di novembre.
Ricordo il camino acceso, un buon brandy invecchiato, fuori nevicava.
Accendo lo stereo, metto il cd.
Mi accomodo sulla poltrona di fronte il Kenwood, mi rilasso, mi pregusto le emozioni di lì a venire.
Quanto mi avevano entusiasmato i primi due, "
Mistress Of The Shadowlight" e "
A Time Nevercome", peraltro pubblicati dagli amici della Elevate Records, etichetta romana di cui adoravo moltissime uscite.
Di fronte al successo di questi dischi, il passaggio alla potentissima Nuclear Blast e la pubblicazione, nel 2003, di "
Scent of Human Desire".
Fu la fine del mio rapporto d'amore con i
Secret Sphere.
Un disco, un cambio di direzione che non ho mai digerito, mai capito.
Una svolta hard rock, a volte con sfuriate mezze thrashose, nulla più del power metal degli esordi.
"
Basta, è finita. Cancella il mio numero, non chiamarmi più", pensavo.
E così fu, purtroppo sono un tipo emozionale e quando qualcosa mi delude troppo...si spegne l'interruttore, il mio interesse per le cose future è inesistente. Rimane la stima per quanto fatto ed i milioni di ascolti dei primi dischi ma quanto verrà in futuro non è più affar mio.
Poi, per ironia della sorte, una notizia negativa (per me) come quella dell'abbandono di
Roberto Messina alla voce mi fa accorgere che i Secret Sphere esistono ancora, nonostante il mio diniego di tanti anni prima.
Ed arriviamo a questo 2 giugno 2017, grazie alla
Frontiers Records, a questo "
The Nature of Time", non senza gli ascolti preliminari di "
Portrait of a Dying Heart", ovvero il lavoro che ha fatto debuttare
Michele Luppi nei Secret Sphere.
Tutta questa interessantissima storia per affrontare questa recensione con i miei occhi e le mie orecchie, perchè per me il passato è sempre prioritario, bellissimo, unico ed indimenticabile.
Messina mi manca. Eccome se mi manca.
E chiunque potrà tentare la dissuasione, ma "
A Time Nevercome" sarà PER SEMPRE il disco più bello dei Secret Sphere, qualsiasi cosa riescano a comporre da qui fino al 2080.
Detto questo, Michele è un grandissimo cantante, anzi personalmente lo metto a mio avviso decisamente nella top 5 italiana, ma come sostenuto da molti nel nostro forum (ed io sono d'accordo) purtroppo si nota una certa uniformità di esecuzione e produzione, una "luppizzazione" di ogni band in cui ha cantato, portando un po' ad una canonizzazione del risultato ed al tempo stesso alla realizzazione di un disco impreziosito dalla performance di Luppi che è sempre meravigliosa.
Il concept album che ci troviamo di fronte, e di cui mi rammarico di non poter valutare e godere anche dal punto di vista lirico, raggiunge senza dubbio un valore superiore al disco precedente, forse proprio per merito della volontà di "
The Nature of Time", un concept che giocoforza aumenta dinamismo, momenti, drammaticità ed intensità, rendendo il tutto maggiormente vario, mai scontato, affrontando ogni traccia con uno spirito diverso e quasi come fosse un disco diverso ogni volta, talmente tante le influenze e le direzioni prese dalla band di Lonobile, peraltro a dir poco eccelsa a livello tecnico e supportata da un sound assolutamente brillante.
Una sorpresa, anche per me, risentirli pienamente in territori prog power (MA NON power prog, attenzione perchè la differenza c'è ed è notevole...) peraltro in composizioni che, a mio parere, aumentano il valore di una band che ormai nel pieno della propria maturità va a cimentarsi con classe ed eleganza, piuttosto che tramite velocità e potenza.
Raccomandato in primis a tutti coloro che questa maturità l'hanno abbracciata anche sul piano personale e che ne potranno cogliere in misura maggiore le sfumature e le varie identità, peraltro in un necessario lavoro di affinamento che un disco sì immediato sulle prime ma anche bisognoso di tempo per un maggiore approfondimento e quindi godimento. Il pugno "duro" dei Secret Sphere è terminato anni fa e per chi rimarrà sempre adolescente rimane lassù, immarcescibile ed immutabile nel tempo.
Ma non per questo è giusto ignorare il presente e vivere unicamente di ricordi.