In attesa del secondo capitolo della trilogia sull’occulto prevista per il 2018, gli
Atrocity ci propongono come antipasto questo mini di quattro pezzi intitolato
“Master of darkness”.
Probabilmente non sono la persona adatta a descrivere le opere partorite da
Alex Krull. Ho dato per morta e sepolta la band teutonica dopo i fenomenali
“Hallucinations” e
“Todesehnsucht” a causa della sonora scottatura avuta con l’acquisto di “
Blut”.
Figuratevi quindi cosa posso pensare della loro “”carriera”” nei decenni seguenti che ha visto gli
Atrocity correr dietro ai
Rammstein, oppure della terribile doppietta “
Werk 80”, la cui utilità è pari a quella della forfora.
Poi la svolta con “
Okkult” nel 2013 che li ha visti ritornare a sonorità più dure che ha fatto gridare a tanti il ritorno alle origini. Un disco tutto sommato valido, ben suonato e con alcune idee valide, nonostante la puzza di ruffianeria che si sentiva lontano un miglio.
A quanto pare il gioco ha funzionato, e
“Master of darkness” si inserisce perfettamente nel solco tracciato dal suo predecessore: nel bene e nel male si intende.
Largo dunque, tra una schitarrata e l’altra, a cori eterei, pompose orchestrazioni sinfoniche sfocianti nella teatralità fine a sé stessa, ed ampie dosi di melodia che scivolano addosso senza colpo ferire condite da una produzione pulita e luminosa.
Ed è proprio questo il limite dei “nuovi”
Atrocity, affondano il colpo col contagocce (v. “
Menschenschlachthaus” forse la più azzeccata del quartetto) affidandosi principalmente al loro mestiere di musicisti.
Se vi è piaciuto
“Okkult” troverete questo EP estremamente gustoso, io intanto rimetto nel lettore il cd di “
Todessehnsucht”.
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