Uno dei trend (e già usare questa parola accostata al metal mi fa venire l’orticaria) più antipatici di questi ultimi anni è quello di andare a ripescare band che all’epoca (e parlo di fine anni ’80, primi anni ’90), per i motivi più disparati non ce l’hanno fatta. In alcuni casi il ripescaggio è buona cosa, perché magari si è trattato di gruppi che un po’ per sfiga, un po’ per collocazione geografica, in generale per scarsi mezzi (in quegli anni era tutto più complicato di ora, è innegabile) sono stati costretti a sciogliersi dopo un paio di demo o al massimo un EP. In altri casi, e oserei dire nella grande maggioranza dei casi, si tratta invece di band assolutamente inutili, che non valevano allora e non valgono oggi, ma che cavalcano l’onda del ‘
vecchio è bello’ e cercano una seconda chance.
Dove collocare, quindi, gli
Anialator? Sinceramente non saprei dire, ma propenderei più per la seconda fascia. Internet è un mezzo potentissimo, si sa, il passa parola viaggia alla velocità della luce, ed ecco quindi che la band di
Alex Dominguez (che ha avuto la sua fetta di notorietà per aver militato nei concittadini Devastation), incitata sui forum e su FB dai fans (?!?) torna sulle scene. Richiamato a se il fido
Roland Torres e trovati tre nuovi membri, il bassista riforma gli
Anialator nel 2015, che dopo essersi accasati presso la
Xtreem Music danno alla luce “
Rise to supremacy”, un nuovo EP. Sì, di nuovo un EP, il terzo nella carriera della band, che dal 1986 ad oggi non ha trovato ancora modo di pubblicare un full length!
Sentivamo, quindi, la mancanza degli
Anialator? Mah, sinceramente non tanto, e questo nuovo EP non fa certo gridare al miracolo. Sicuramente non si tratta di un brutto lavoro, anzi, i nostri ci danno dentro e ci sparano in faccia cinque brani di thrash iper incazzato, suonato in maniera mediamente tecnica, senza strafare, puntando più sull’impatto sonoro che sulle iperboli strumentali. Il problema, però, è che nessuna di queste cinque tracce lascerà il segno nella storia del genere, e, temo per loro, i nostri cinque baldi giovani di Corpus Christi torneranno nel dimenticatoio dal quale sono stati riesumati.
Dispiace dirlo, ma a parte i fans più accaniti del profondo underground non penso che questo EP possa attirare l’attenzione di molti altri metal kids, nonostante la registrazione al passo coi tempi e qualche riff vincente qua e là.