Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:21 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. HELL'S GANGBANG
  2. SWALLOWED BY DARKNESS
  3. OBSCURE CREATION
  4. ALTARS OF THE BLACK RITES
  5. INTO THE VOID OF DEATH
  6. FREEWHEEL BURNING (JUDAS PRIEST COVER)

Line up

  • Sodomic: vocals, guitars
  • Tormentor: bass
  • Death: drums

Voto medio utenti

Cosa aspettarsi da una band con un nome simile, che si presenta ricoperta di leather and spikes, con copertine quasi tutte in black and white, titoli espliciti e tutti i cliché del caso? Ovviamente del fottutissimo thrash/black che attinge a piene mani dalla scena speed/thrash dei favolosi anni ’80! Vi potrebbe bastare questo per inquadrare il gruppo e sapere se, per voi, è il caso o meno di proseguire nella lettura della recensione. Se infatti non siete dai fanatici di quelle sonorità, di quel tipo di registrazione, di quel tipo di approccio al metal, è inutile che proseguiate.

Prendete i primissimi Sodom, gli altrettanto primordiali Hellhammer e Bathory, gli immancabili Venom e una spruzzata di Motorhead qua e là e avrete un’idea piuttosto precisa della proposta dei Power From Hell, che ovviamente non dimenticano di tributare anche i connazionali Vulcano. Come già detto, quindi, thrash/black grezzissimo e in your face, senza inutili fronzoli o abbellimenti laccati. Soltanto una marea di violenza, espressa al meglio dal singer (e tutto fare) Sodomic.

Ho scritto tutto fare perché in effetti se guardiamo indietro negli anni, i Power From Hell più che una vera e propria band sono stati e sono tutt’ora a tutti gli effetti un progetto del solo Sodomic, che ha cambiato certamente più membri in line up e non mutande. Al momento si fa accompagnare da tali Tormentor al basso e Death alla batteria, ma non è dato sapere quanto dureranno al suo fianco.

Se da un lato non deve essere un tipo con cui è facile avere a che fare, dall’altro non si può negare al nostro carioca che ha decisamente una gran fantasia, visto che da inizio carriera ad oggi ha pubblicato ben cinque full length, oltre ad una manciata di split ed EP. Ed è proprio un EP questo di cui stiamo parlando, che, immagino, sarà una release interlocutoria in attesa del nuovo album (con la stessa line up? Chi vivrà vedrà…).

Solo sei i brani, di cui uno, come da tradizione per la band, è una cover, nella fattispecie di “Freewheel burning” (spero non sia necessario dirvi di chi!), ingrezzita a dovere. Gli altri cinque sono espressione perfetta di quanto descritto in apertura, quindi voce roca e incazzata, riffing serrato, ritmiche devastanti che poco lasciano all’immaginazione. Inutile stare qui a dirvi questo brano è meglio dell’altro, l’EP va ascoltato tutto di fila per apprezzarne meglio la violenza e l’impatto sonoro. Come antipasto direi che ci siamo, decisamente, ora sono curioso di ascoltare il full, sperando non passi troppo tempo prima della sua realizzazione.

Recensione a cura di Roberto Alfieri

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