Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:42 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. THE HORROR
  2. NIGHT SWEET NIGHT
  3. UNTIL DEATH
  4. DEITIES OF WAR
  5. DRIVE
  6. FOREVER YOUNG
  7. THEY ARE HERE
  8. DEATH EPIC
  9. HURT THEM

Line up

  • CT: bass
  • AP: cello, drums, keyboards
  • TA: guitars
  • SS: guitars, vocals

Voto medio utenti

Ci hanno messo ben cinque anni i danesi Phantom per dare un seguito al bellissimo "Incendiary Serum", esordio del gruppo per la nostra I, Voidhanger Records, etichetta che cura anche la pubblicazione del nuovissimo "Death Epic", un album che, come il suo predecessore, risulta difficilmente etichettabile all'interno di un singolo genere e che, dal predecessore prende le mosse per muoversi, tuttavia, verso altri lidi sonori.
I Phantom, forti di una personalità piuttosto marcata, durante il tempo intercorso tra i due album hanno affinato la loro musica e la hanno arricchita di nuove ed interessantissime sfumature tanto che l'ascolto di "Death Epic" risulta una esperienza complessa, per quanto appagante, durante la quale l'ascoltatore si troverà al cospetto di epic black metal, epic doom, heavy classico, atmosfere che rimandano agli ultimi Tribulation, inflessioni di scuola Moonspell per certe "trovate" vocali, il tutto sorretto da una mano molto ispirata in fase di scrittura e di arrangiamento e da una ricerca melodica che porta i Phantom a creare partiture ora struggenti ora violente, ma sempre di qualità fuori dal comune, che si alternano nel corso di nove brani uno più bello dell'altro fino al raggiungere il climax nell'ultimo "Hurt Them", uno di quei pezzi che da soli valgono un intero lavoro.
"Death Epic", molto bello sin dall'artwork, è, dunque, un album che fa della qualità e del non accontentarsi di percorrere strade lineari le sue caratteristiche salienti, un album da ascoltare ripetutamente e con attenzione per coglierne le aperture "spaziali", l'indole epica, la malinconia strisciante (il pianoforte qui e la è da lacrime) e quella vena di sottile follia che caratterizza, in positivo, quasi tutte le uscite della I, Voidhanger Records... un album, in conclusione, da amare.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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