Cominciamo con un dato di fatto: alla
Frontiers Music piace “rimescolare” i preziosi affiliati del suo invidiabile
roster. Una scelta obiettivamente difficile da “biasimare”, anche perché (soprattutto in “altri tempi”) per molti
rockofili fantasticare su questa tipologia di “intrecci” costituisce un’intrigante forma di sollecitazione intellettiva.
Se mai avete pensato a come sarebbero stati i
Led Sabbath (o i
Black Zeppelin, se preferite …) e amate l’
AOR, magari non vi spiacerà appurare il modo in cui suonano questi
Art of FM, che in realtà si chiamano
Groundbreaker e vedono per l’appunto la coalizione tra
Steve Overland (FM) e
Robert Sall (Work of Art, W.E.T.), coadiuvati da un paio di affidabili musici (
Nalley Pahlsson e
Herman Furin) e dalla competente produzione di
Alessandro Del Vecchio (impegnato anche in sede compositiva ed esecutiva).
Oggi che collaborazioni analoghe sono ormai piuttosto frequenti, è diventato arduo sopprimere del tutto l’amletico interrogativo su dove si collochi il confine tra pianificazione “commerciale” e autentica “ispirazione”, ma visto che quello che ci interessa davvero valutare sono i “risultati”, diciamo subito che “
Groundbreaker” è un disco di notevole valore, in cui i suoni dei gruppi “madre” dei due capitani si amalgamano e si fondono in maniera efficace ed equilibrata, dimostrando ancora una volta che “la classe non è acqua”, indipendentemente da ogni altra eventuale considerazione.
Così, cari
chic-rocker all’ascolto, che adorate il cristallo svedese e il velluto britannico, rilassatevi e preparatevi a rifocillare il vostro bulimico apparato
cardio-uditivo con una collezione di frammenti sonori appaganti, avvolgenti e intensi, dominati dall’ugola pastosa e magnetica di
Overland e dalle sensibilissime rilegature chitarristiche di
Sall.
Effettuare delle selezioni in un contesto globale così lussuoso e scintillante è francamente impossibile e anche tentare di commentare ogni singolo brano, cercando faticosamente relazioni e suggestioni, rischia seriamente di apparire un autoindulgente esercizio “semantico”, in questo caso più che in altre circostanze, alquanto superfluo ... vi basti sapere che personalmente ho goduto di ogni nota contenuta nel programma e che sono convinto che tale percezione potrà essere agevolmente condivisa da tutti gli estimatori delle sonorità “adulte”.
“
Groundbreaker”, insomma, è un albo “programmato per adescare”, che porta a termine la sua missione in maniera esemplare e si mantiene costantemente su livelli espressivi altissimi … non rimane che cogliere all’istante l’occasione di questa felicissima alleanza tra veri protagonisti del settore.
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