Immaginate un finlandese che balli la samba e faccia le magie di Ronaldinho, sarebbe una roba incredibile a vedersi, una roba che, per certi versi simile, ci mostrano questi brasiliani Mythological Cold Towers, i quali suonano un doom/death apocalittico ed ispirato, il che è doppiamente sorprendente, tanto per il genere suonato quanto per la bontà del sound.
La band mette insieme cinque lunghe composizioni, le quali prendono spunto di primi Paradise Lost e Katatonia, lente ma non troppo, cadenzate come macigni, con tastiere in bella evidenza a ricreare un mood al tempo stesso decadente ed apocalittico, vocals profonde ma non troppo, piuttosto teatrali, e un concept interessante basato sulle relazioni tra gli antichi continenti perduti di Atlantide e Lemuria e le civiltà precolombiane.
Il disco si lascia ascoltare volentieri, soprattutto in queste lunghe giornate invernali, dove il tedio e la noia possono essere alleviati a colpi di bordate depressive e malinconiche tipiche del doom.
Chissà come è strano però ascoltare il doom sulle spiagge di Copacabana con culi e tette brasileire al vento…verrebbe quasi voglia di invitare la band a fregarsene del doom, a buttare vie le maglie nere da menagramo e rincorrere le gioie più immediate e piacevoli della fiorente fauna brasiliana…tuttavia la buona qualità della proposta invece ci impone di fare i complimenti ai Mythological Cold Towers e alla loro musica.
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