"Illuminati" è probabilmente il miglior lavoro partorito dai
Ten da molti anni a questa parte. Fatta questa doverosa premessa, è con animo sereno che mi accingo a parlare di un album non clamoroso ma di certo ispirato e meritevole, soprattutto alla luce dell'encomiabile prolificità di
Gary Hughes e soci.
E sì che l'incipit di
"Be As You Are Forever" - sulla falsariga dell'attacco di
"The Twilight Chronicles" - non faceva ben sperare, ma è bastata un po' di pazienza per trovare atmosfere battagliere e progressive, con l'ugola dell'inglese in grande spolvero. È poi hard rock roccioso e melodico ad attenderci (
"Shield Wall") - penalizzato purtroppo da un produzione non propriamente cristallina
(il ride della batteria ci perseguiterà per tutta la durata del full-length, ndr) - mentre
"The Esoteric Ocean" è caratterizzata da elementi elettronici e da una scrittura cara ai musical del West End.
"Jericho" è un mid-tempo riuscito dal carattere insolitamente "happy", prima della ballad atipica - e coraggiosa per gli standard dei
Ten - intitolata
"Rosetta Stone". La titletrack strizza l'occhio all'heavy metal - nonostante il piglio "piacione" tipico degli Eighties - e sfocia nella swingata
"Heaven And The Holier-Than-Thou", dove si respira ancora aria di musical.
"Exile" - a giudizio di chi scrive - è il brano più debole del lotto, ma ci pensa
"Mephistopheles" a risistemare le cose, con il suo mix di soluzioni alla
Savatage e melodie marcatamente
Ten.
"Of Battles Lost And Won" è un epilogo scontato a un primo ascolto, ma in verità articolato sia dal punto di vista melodico che ritmico/armonico.
"Illuminati" è un album migliore dei suoi predecessori perché è
"Ten al 100%" e perché - una volta tanto - guarda al futuro e non solo al recente passato: vi sembra poco?
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