Die Menschen sterben, und sie sind nicht glücklich...Ho guardato a lungo la copertina di questo album. E a lungo ho atteso. Come per uno strano sentire. Amo molto gli
Ellende, per la loro poetica delicata e intensa della natura e della solitudine, per il loro atmospheric post-black fatto di rabbia e bellezza, per le loro melodie malinconiche pregne di grazia struggente.
Lebensnehmer, terzo full-length della one man band austriaca, arriva a tre anni di distanza dal precedente
Todbringer, album meraviglioso che, fondendo sapientemente un black metal disperato con gli strumenti della tradizione classica quali pianoforte e violino, ha consacrato gli
Ellende nella loro unicità.
Lebensnehmer ha però qualcosa di diverso. In qualche modo i toni si sono inaspriti, come è facile intuire già dall'artwork. Non più i familiari paesaggi montani di
Rückzug in die Innerlichkeit, avvolti da foschie e inquietudini, non più i decadenti suonatori di viola di
Todbringer, che su erba e roccia posano scheletriche spoglie. Ma un tema diverso, di battaglia e morte. E ciò che prima era estetica della solitudine diviene qualche cosa di più fine a se stesso, quasi più sterile oserei dire.
I brani, spogliati delle componenti che tanto li avevano caratterizzati nei lavori precedenti, virano verso un black metal più classico, anche se sempre permeato di profonda malinconia, perdendo l'impatto emotivo cui eravamo abituati con gli
Ellende. E mentre alcuni riff suonano quasi ruffiani, con i loro ritornelli accattivanti, si deve riconoscere una certa maturazione nella composizione. I brani, tutti di lunga durata, denotano un songwriting più articolato e complesso, e sicuramente degno di nota è l'apporto di
P.F. alla batteria.
C'è però una certa mancanza di organicità nel tessuto dell'album, i brani strumentali, ad esempio, non si armonizzano perfettamente nel contesto.
E per trovare pieno appagamento, bisogna arrivare alla fine dell'album.
Ametzug, il brano conclusivo, si apre con una bellissima introduzione di pianoforte, che lascia il posto a riff serrati e struggenti, melodie malinconiche, a un cantato pieno di sofferenza ma anche ad una grande energia e dinamicità.
Lebensnehmer è sicuramente un buon lavoro, molto curato e con una produzione eccellente, ma lascia il rimpianto di album sicuramente più grezzi, meno elaborati, ma più autentici. E mi costa molto ammetterlo...
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