Copertina 6,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2019
Durata:136 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. LIVETS TRÄDGÅRD
  2. SVEKETS PRINS
  3. HJÄRTAT VET VAD HANDEN GÖR
  4. DE NÄRMAST SÖRJANDE
  5. MINNETS YTA
  6. CHARLATAN
  7. INGEN SANNING ÄR ALLAS
  8. BANEMANNEN
  9. KONTINUERLIG DRIFT
  10. ALLTING TAR SLUT
  11. GARDEN OF EARTHLY DELIGHTS
  12. DIGNITY
  13. HEART IN HAND
  14. NEXT OF KIN
  15. LOVELORN CRIME
  16. CHARLATAN
  17. UNIVERSAL TRUTH
  18. THE GARROTER
  19. CONTINUUM
  20. ALL THINGS WILL PASS

Line up

  • Mikael Åkerfeldt: vocals, guitars
  • Fredrik Åkesson: guitars
  • Martin Mendez: bass
  • Martin Axenrot: drums
  • Joakim Svalberg: keys

Voto medio utenti

Ho difeso a spada tratta la metamorfosi degli Opeth operata da “Heritage” in avanti (pure da prima, pensando a “Damnation”). Il songwriting nostalgico ma maturo di Mikael Åkerfeldt è cresciuto nel tempo regalandoci buona/ottima musica fino al recente “Sorceress”. Eppure, con il nuovissimo “In Cauda Venenum”, qualcosa sembra essersi inceppato.

Trattandosi del terzo album con la medesima formazione - da lustri qualcosa di inconcepibile in casa Opeth - mi sarei aspettato un lavoro più coeso e meno solista, ma non mi sembra il caso del qui presente full-length (segnalo giusto delle tastiere alle mie orecchie ancora più presenti).

Aspettative a parte, bisogna ammettere che “In Cauda Venenum” (per la prima volta nella doppia lingua nazionale/internazionale come vuole la miglior tradizione progressiva) non aggiunge davvero nulla nel percorso artistico della band.

Fiumi di mellotron, timidi vagiti elettronici, distorsioni rétro, chitarre acustiche come se piovesse, orchestrazioni che nemmeno i Moody Blues, se da un lato rievocano i “bei tempi che furono” (a cominciare dalle atmosfere opprimenti del quasi omonimo lavoro dei nostrani Jacula), dall’altro sanno di occasione mancata e lasciano quella sensazione vagamente irritante di compitino ben svolto, di musica piacevole che scorre senza lasciare veramente il segno.

Ok Mikael, abbiamo capito che ti piacciono Uriah Heep, Led Zeppelin, Genesis e Black Sabbath… e quindi?

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 nov 2019 alle 11:29

Adesso si è messo pure il cappello alla blackmore.. sta negli anni 60.

Inserito il 30 set 2019 alle 16:37

sinceramente dopo così tanta attesa mi aspettavo qualcosa di più o per lo meno qualcosa di diverso, l'ho trovato a tratti soporifero, soprattutto nel finale; inizia bene, le prime tracce sono ottime soprattutto HEART IN HAND, la ascolto almeno 1 volta al giorno, un pezzo favoloso, ma poi il resto dell'album l'ho trovato un po troppo lento...

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