Deve precisare subito una cosa: è la prima volta che ascolto i Sick Of It All. Ok, ok, mi vergogno e mi cospargo il capo di cenere, visto che ha quasi dell'incredibile non aver mai ascoltato questa storica band di New York. L'hardcore toutcourt non è mi è mai andato a genio, almeno sino a quando non mi sono imbattuto nei gruppi metalcore, grazie ai quali ho percorso, e continuo a farlo, la strada inversa, ossia riavvicinarsi alle radici di questo sound. Quindi non potrò confrontare questo nuovo disco della band dei fratelli Koller con il resto della loro discografia. Cercherò di giudicare il disco per quello che è, ovvero una bella mazzata. Nel 2006 la band festeggia il glorioso traguardo dei vent'anni di carriera ed è incredibile, oltre che encomiabile, come riescano ancora ad avere tutta questa energia e questa grinta. Risultano assolutamente credibili, senza essere una pallida controfigura di loro stessi, e questa non è una cosa da poco, anzi. Il disco è potente e quadrato, composto da 15 brani violenti e tirati, con lo screaming strappapelle di Lou Koller, un vero leone in gabbia, che domina ampiamente la scena. Grandissima prestazione anche di Craig Setari al basso, che per tutta la durata del platter fornisce uno strato spesso come un muro di cemento armato, sul quale la chitarra di Pete Koller s'infrange a colpi di riffoni belli grossi. Chiude la formazione Armand Majidi, poderoso drummer che sembra posseduto da chissà quale demone. Come già precisato in apertura, non posso dirvi se questo disco è meglio o peggio di altri capitoli discografici della band: mi limito nel dire che " Death To Tyrants " è un must per tutti quelli che amano l'hardcore puro ed incontaminato. Se gradite spaccarvi la testa, ecco, questo disco fa al caso vostro.
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