I californiani Apiary sono dei debuttanti, folgorati sulla via del math-core di bands come Dillinger Escape Plan e Converge, con un occhio ai Meshuggah, soprattutto perché la voce di Jason Ingram è molto simile a quella di Jens Kidman.
Parliamo quindi di musica disturbante, estremamente tecnica, articolata, ricca di riffs stoppati, accelerazioni brucianti e rallentamenti altrettanto repentini. “Lost In Focus” è un disco pieno di dissonanze e disarmonie che dopo arzigogolati giri si ricongiungono sotto la bandiera della brutalità e della devastazione, frutto di assalti lancinanti, dove la matematica è applicata al rumore, un rumore mastodontico che non lascia spazio a melodia che non sia malata e totalmente deviata.
Il difetto principale di questo disco è anche il suo maggior pregio, ovvero il suo essere monolitico, che in questo caso non è sintomo di scarsa creatività della band bensì un effetto voluto, almeno è ciò che ho creduto di trarre dalle tredici tracce in oggetto.
Canzoni come “Descent”, “Forced To Breath” e “Fading Imprint” stupiscono per la carica di livore che si tirano dietro, grazie anche a chitarre secche, taglienti, con una produzione asciutta ma efficace.
Come debutto questo “Lost In Focus” è davvero niente male, pur se bisogna dire che l’originalità non è proprio il suo forte, e dischi così non è la prima volta che giungono alle mie orecchie. Soltanto nella conclusiva “Finding A Way Back” la band cerca di fare qualcosa di diverso dall’assalto diretto e al calor bianco, con una canzone che somiglia più a certi mostri compositivi frutto della penna di gente come Neurosis o Mastodon. Penso che in futuro la band debba cercare di mettere a frutto le proprie qualità in una direzione più personale, pur se al momento non c’è proprio, ma proprio, male.
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