I Planet Alliance sono un side project... l'ennesimo, ma sono anche autori di un buon album... l'ennesimo, eggià…
L'elenco dei partecipanti a questo disco in realtà non annovera stelle di prima grandezza ma ottimi musicisti, più o meno noti. Il chitarrista Mattias Eklundh (ex Fate, Freak Kitchen) è colui attorno al quale è si è sviluppato questo progetto, anche se poi l'artista maggiormente distintivo del disco è l'ottimo cantante Mike Andersson (Cloudscape) soprattutto perché è l'unico vocalist a proporsi dietro al microfono, mentre per tutti gli altri strumenti sono parecchi quelli che vi si alternano, e che spesso che si sono affiancati ad Eklundh anche per il songwriting.
Alle chitarre troviamo, infatti, Magnus Karlsson (Last Tribe, Starbreaker, Allen/Lande) il già citato Mattias Eklundh, Carl-Johan Grimmark (Narnia, Rob Rock) e Janne Stark (Locomotive Breath, Overdrive). Per quanto riguarda la sezione ritmica spicca poi la presenza del bassista Bob Daisley (ex Ozzy Osbourne, Gary Moore) e del drummer Jaime Salazar (ex Flower Kings, Last Tribe, Allen/Lande), ma anche quella dell'ormai affiatata coppia ritmica degli Hammerfall, Magnus Rosén e Anders Johansson.
Il percorso musicale di "Planet Alliance" è invece indirizzato verso un Hard & Metal melodico, vocalmente caratterizzato da ottimi cori e dalla timbrica calda di Andersson, aspetti che si presentano sin dall'opener "The Real You", accompagnati da arrangiamenti sontuosi ed eleganti che ingentiliscono canzoni pulsanti e dalle melodie avvincenti.
La già citata "The Real You", scritta da Magnus Karlsson, prende corpo dopo una prima parte introduttiva e si segnala immediatamente come uno dei pezzi più riusciti e coinvolgenti tra quelli ascoltati negli ultimi tempi. Difficile ripetersi sugli stessi livelli, eppure lo standard qualitativo delle canzoni si mantiene sempre elevato, con brani come "A Taste Of Paradise" (allo stesso tempo potente e melodica), la più complessa "The Great Unknown" (da sottolineare la performance di Andersson) o la conclusiva "Digging Your Own Grave" (intensa ed incalzante) a ritagliarsi I propri momenti di gloria.
Nel suo complesso un buon disco, superiore alle aspettative.
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