I
Las Historias sono una giovane band di Cordoba, Argentina, attivi inizialmente come duo formato da
Tomas Iramain (chitarra, voce e basso) e dal batterista
Juan Tamargo. Più di recente, la formazione sudamericana è diventata un power-trio grazie all'ingresso in pianta stabile del bassista
Manuel Re. Questo debutto omonimo era uscito in forma digitale come Ep di quattro brani poi, dopo la firma del contratto con l'etichetta sarda
Electric Valley, è stata aggiunta una canzone e sarà pubblicato in diverse versioni viniliche.
Una trip-band psichedelica, che propone episodi estesi e "free-form" dall'alto gradiente lisergico. Qualcosa del genere Earthless, Oneida, Colour Haze, con un lieve retrogusto sudamericano alla Natas, Santoro, Arteaga, ecc.
L'album non parte benissimo, perchè "
Lord of poisons" è uno strumentale liturgico dalla forte influenza induista, giocato interamente sulle distorsioni e sui riverberi della chitarra. Molto esotico, con atmosfera da narghilè sotto l'immagine della dea Kalì, però non particolarmente significativo. Molta estetica, poca sostanza.
Ma il trio si riprende subito con la lunga cavalcata hypno-psych "
Frankenstein", guidata dal debordante solismo di
Iramain molto debitore al guru Isaiah Mitchell. Passaggi di intenso rock acido si alternano a momenti rilassanti ed onirici, come richiesto dalla scuola neo-psichedelica tipo Sons of Otis, Dead Meadows (che i ragazzi di Cordoba devono aver ascoltato fino allo sfinimento..) o ancora Wo Fat, tanto per fare qualche altro nome del settore in cui si collocano pienamente i
Las Historias.
"
Hada madrina" risulta ancora più soffice e nuvolosa, un incedere ammaliante e malinconico accentuato dalle vocals nell'idioma locale. Nella seconda parte il tiro diventa più pesante e doomeggiante, seppur nella versione più acida possibile. Brano che ha una chiara impostazione jammistica e psicoattiva. Non sorprendente, ma di buona fattura.
"
Ya vendran" mostra una consistenza più stoner-rock, ma dilatata in otto minuti di solismi tracimanti e cambi di ritmo in odore di marijuana. Evidente che gli argentini non si preoccupano troppo di seguire schemi predefiniti, ma amano l'improvvisazione a lungo termine e l'approccio stordente e stuporoso. C'è un pizzico di dispersione di troppo che può risultare stancante, ma tenuto conto che parliamo di formazione all'esordio può essere corretta in futuro.
La conclusiva "
Mayhem and sex" si distingue dal resto del lavoro per una venatura sabbathiana molto distorta, dai toni cupi e quasi sludgy. Un riffone Wizardiano è accompagnato e sostenuto da ritmiche molto più spesse e grevi che in precedenza. Soluzione interessante ed efficace, da esplicitare meglio nei prossimi lavori.
Esordio discreto, anche se non scintillante. I
Las Historias fanno il loro dignitoso ingresso nell'area narco-psichedelica che vanta un ristretto ma combattivo manipolo di appassionati. Se vi piacciono i nomi citati nella recensione potete dare fiducia a questo giovane gruppo, in attesa che cresca ulteriormente.
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