That’s All Folks! - Psyche as one of the fine arts

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2002
Durata:56 min.
Etichetta:Beard of Stars

Tracklist

  1. FIRESPHERE
  2. JUMBOO
  3. THE PLASMA
  4. ALWAYS RADIANT AND FUCKED
  5. REAL LAST NIGHT
  6. I’M HALF-SICK OF YOU
  7. SOUL.VENT
  8. MOTORMOUSE & AUTOCAT
  9. DANY
  10. MARCH OF CHAMELEONS 2K
  11. PSYCHE

Line up

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I That’s all folks! sono una delle punte di diamante del fertile panorama underground italiano, settore heavy psichedelico che sempre più affianca e si compenetra all’area stoner e che nel nostro paese comincia a fare numerosi proseliti. Di loro ammiro il modo brillante di amalgamare pesantissimi riffs ossessivi e meccanici a mezza via tra Sleep e Masters of Reality con estemporanee, improvvise, violente fughe chitarristiche dall’immenso tasso di acidità che per certi versi ricorda le singolari cascate di note dei Beaver. Meglio precisare che le analogie con altri gruppi servono solo come esili parametri di confronto perché la formazione pugliese vive una sua precisa ed originale identità assai lontana dal modesto riciclo di idee altrui. Anche nel loro caso, come ultimamente abbiamo visto spesso verificarsi, ad un eccitante debutto (“Soma…3rd way to Zion”) fa seguito un secondo episodio all’insegna della maturazione stilistica e di un miglior dosaggio delle notevoli capacità creative. La band ha alzato il tiro, più duri, rocciosi, imbevuti di energia ai confini del metal, ma sempre splendidamente accorti nel rivestire il tutto di vibrazioni psych intense ed eleganti ottenendo così un monstre-sound che travalica le superflue barriere tra le nicchie musicali ed apre un sentiero verso un pubblico meno settoriale. Possenti ritmiche gelide e squadrate illuminate da ansiti cyber-rock percorrono gli undici brani del disco ma di volta in volta subiscono tagli con influenze multiformi, ad esempio la pulsante carica energetica di “Jumboo” mostra un’anima rock punkeggiante alla maniera dei Mondo Generator mentre “Real last night” è semplicemente groove metal bollente ricoperto da una crosta acida irresistibile. Dove ci si avventura in temi più articolati emerge smagliante la sensibilità psichedelica della band, “Always radiant and fucked” possiede la cadenzata potenza di un ordigno lisergico devastante, un disperato muro sonoro espanso da echi e riverberi dove chitarre lancinanti raggiungono apici da ustione, “The plasma” gode invece di una sezione ritmica ad orologeria che sostiene il cantante nella sua naturale propensione ad alternare toni melliflui ad urla viscerali, ideale completamento di un sound che fa dei forti contrasti la sua carta vincente. T.A.F. non dimenticano di gettare un ponte con le precedenti realizzazioni maggiormente orientate verso sonorità liquide e lo fanno con la stupenda “Soul.vent”, brano plumbeo ma ricco di lieve delicatezza nei suoi repentini voli sulle ali di un ispirato solismo. Anche la dilatata “Psyche” si rivolge al lato onirico dell’heavy rock ma dopo il vellutato e sognante inizio subisce la metamorfosi in un narcolettico e robotico riff che si protrae fino alla conclusione creando uno stupefacente ipnotico effetto alienante. Per restare nel discorso dei contrasti risultato opposto per “March of chameleons 2k”, solida e rocciosa soluzione stoner’n’roll con un refrain che si stampa nella mente tra il diluvio fiammeggiante della lead guitar, song che mi ha catturato al primo ascolto. Superfluo continuare con un’arida catalogazione di brani, albums come questo vanno necessariamente vissuti in prima persona in modo da coglierne la miriade di stimolazioni, ritengo che vi siano già motivazioni più che sufficenti per sostenere una formazione di compatrioti che non teme di sfigurare con il resto del mondo musicale. Un plauso alla Beard of Stars in momento di grazia, dopo Sideburn, Half Man, Pawnshop, Los Natas, un altro centro perfetto, segno che con la competenza e la passione si ottengono risultati eccellenti. Se siete stufi di bands italiche che propinano la solita muffa avete la giusta soluzione a portata di mano.

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