A pochi mesi di distanza dalla release di
“Eupnea” - inaspettato ritorno dei
Pure Reason Revolution -
InsideOut Music ha deciso di ristampare quello che a oggi è il loro disco più conosciuto e acclamato, l’esordio
“The Dark Third”.
Non c’è molto da aggiungere all’ottima - per quanto, forse, troppo entusiastica -
recensione dell’ex collega Andrea Pizzini che individuava con precisione tutti i tratti di un sound che alle mie orecchie avrebbe dato frutti molto più maturi con gli album a venire. Ci sono infatti i Pink Floyd (una costante nel sound dei
PRR) in brani come l’introduttiva
“Aeropause” o
“He Tried To Show Them Magic”, sonorità morbide ma moderne e orecchiabili nelle più essenziali
“Goshen’s Remains” o
“Apprentice Of The Universe” e concessioni al limite del grunge nelle più ruvide
“Nimos And Tambos” o
“Bullitts Dominæ”.
I brani simbolo di
“The Dark Third” rimangono comunque la lunga e sublime
“The Bright Ambassadors Of Morning” seguita a ruota dall’altrettanto riuscita
“Voices In Winter/In The Realms Of The Divine”, che sintetizza magistralmente le sonorità del combo britannico.
Le tracce del secondo CD, comparse anche in altre ristampe di
“The Dark Third”, per quanto sperimentali, danno la misura di quello che sarebbero diventati di lì a poco i
Pure Reason Revolution, cioè ancora più ambiziosi e arrabbiati (
“In Aurélia”, “The Twyncyn/Trembling Willows”, “Golden Clothes”).
Da riscoprire.
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