I
Killer Be Killed sono un cosiddetto supergruppo molto interessante formatosi circa dieci anni fa per volontà di
Max Cavalera alla chitarra e voce, che non ha bisogno di presentazioni, e
Greg Puciato anch’esso alla chitarra e voce ed ora ex
The Dillinger Escape Plan, coppia a cui successivamente si aggiunsero al basso e voce
Troy Sanders dei
Mastodon e alla batteria
Dave Elitch ex
The Mars Volta, ora sostituito da
Ben Koller dei
Converge, e usciti nel 2014 con l’ottimo debutto omonimo sempre su
Nuclear Blast.
Il punto di forza del gruppo è senz’altro la versatilità della proposta che amalgama in maniera originale ed efficace groove metal, thrash, hardcore/punk, melodia e parti più meditative e delicate, con intreccio della voce rispettivamente roca di Cavalera, aggressiva e hardcore, ma anche pulita, di Puciato e più melodica di Sanders, a seconda della base musicale su cui poggiano, facendo trasparire gli stili delle band di provenienza del nucleo principale del gruppo composto dagli appena detti ma senza scimmiottare quelle band.
Il disco in questione, composto da 11 brani dinamici e variegati, è molto bello durante tutta la sua durata ed è sorretto da un’ottima produzione moderna ma non troppo, ad opera di
Josh Wilbur, e da suoni potenti e rotondi carichi di groove veramente azzeccati. Si passa da brani massicci come l’opener
Deconstructing Self-Destruction a brani veloci/sostenuti come
Dead Limbs o
Filthy Vagabond o schegge come la breve e hardcore/punk
Animus o cadenzati e pesanti come la lunga e forse migliore del lotto
From a Crowded Wound o più melodici come
Dream Gone Bad o più calmi e oscuri come la title track finale, pezzi dinamici e variegati al loro interno come detto che spesso vedono accelerate, rallentamenti, appesantimenti o intermezzi più melodici o meditativi con cambio di voce dei rispettivi cantanti. Ottima la prova potente e dinamica del batterista Ben Koller.
Unica nota dolente la voce di Max Cavalera non più potente come un tempo.
In conclusione un album molto valido, e tra i dischi dell’anno per chi scrive, che può accontentare diversi palati e dove si evince un miglioramento e maggiore varietà rispetto alla proposta del primo disco che puntava più sulla velocità e aggressività.
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