Sul secondo album dei
Lord Fist ritroviamo il cantante degli esordienti (per loro, al momento, solo un 7") Orphan Devil, quel
Perttu Koivunen che qui scopriamo imbracciare anche una chitarra. Con lui un manipolo di musicisti che nel loro background ha maturato diverse esperienze in campo Black, Doom e Death.
Già dalle prime note è subito evidente come su "
Wilderness of Hearts" non ci sia alcuna traccia di tutto questo, ma - come per i già citati Orphan Devil - solo una profonda dedizione alla N.W.O.B.H.M., con un occhio di riguardo ai Tokyo Blade e agli Angel Witch, che trova la sua migliore espressione nella conclusiva titletrack.
Se nella precedente occasione
Perttu Koivunen aveva suscitato buone impressioni, qui, in parte per il più corposo minutaggio ma anche per dover affrontare canzoni più varie e complesse, non sempre è all'altezza delle aspettative, andando un po' in difficoltà su brani come "
Flying over Tiprinith", "
Princess of the Red Flame" o "
Aurorae", soprattutto nei loro passaggi più alti o quelli che necessitano di un approccio più melodico e articolato.
Le cose vanno meglio nel comparto chitarristico, dove il taglio dato da
Niko Kolehmainen e dallo stesso
Koivunen risulta meno scontato di quanto ci si poteva pensare, tenendo a discreta distanza le influenze maideniane, e se proprio serve fare un accostamento guarderei maggiormente a quelle di Rolf Kasparek e dei suoi Running Wild, soluzioni che riecheggiano, ad esempio, su "
Arkona Cross II" o "
Tigers of Snow".
Nel complesso i
Lord Fist non convincono ancora ed i loro pugni non sempre vanno a segno.
Diciamo che al momento manca loro il colpo del KO.
Metal.it
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