Alcuni mesi fa usciva
“Castles”, esordio solista di
Daniel Tompkins, album elegante e rarefatto (nonostante la barocchissima copertina che personalmente amo alla follia) che metteva in luce un altro lato del cantante dei
TesseracT, quello più morbido e avvolgente.
Oggi l’artista decide di riprendere in mano quei brani e di ripensarli radicalmente, in parte sussurrando meno e
sbracando di più e in parte strizzando l’occhio alla band madre (ed è forse questo l’unico limite di un album veramente riuscito e godibile).
Devo altresì essere coerente con me stesso (andate a riprendere la recensione dell’anno scorso) e ammettere che in questa nuova veste "muscolare" le tracce di
“Castles” - anche grazie al contributo del produttore
Paul Ortiz - hanno un piglio e una resa decisamente più convincenti. Ed è così che si giustificano anche i nuovi titoli:
“Castles” diventa
“Ruins”, “Kiss” diventa
“Tyrant”, e così via fino alla conclusiva, rocciosa e inedita
“The Gift”, con ospite
Matthew K. Heafy dei
Trivium.
Un manuale su come stravolgere un album preesistente e ottenere un ottimo risultato finale.
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