Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:33 min.
Etichetta:Slovak Metal Army

Tracklist

  1. JARNí PROBUZENí
  2. ALFA TAURI
  3. VIKTORIA HöHE
  4. ELBRUS 42
  5. TROJNý BOD
  6. TALVISOTA
  7. DIE LETZTE SCHLACHT
  8. NEU SCHWABENLAND
  9. KLíČE NĚMCE STRAUBA

Line up

  • Grinsen: vocals, bass
  • Pavel Brummbär Urbánek: guitars
  • Petr Teufel Prchlík: guitars
  • Wunderpepi: drums

Voto medio utenti

La Repubblica Ceca ha sempre avuto una scena metal molto vivace e ricca, già da quando faceva ancora parte della Cecoslovacchia. Decine di gruppi, dal classic al thrash, rimasti per lo più nell’underground, ma tutti spinti da vera passione, tutti pieni di attitudine, e legatissimi al proprio paese, tanto da cantare spesso e volentieri in lingua madre.

I Götterdämmerung, anche se nati solo nel 2016, non sono da meno e mantengono alta la bandiera e la tradizione del proprio paese, aggiungendo un importante tassello al mosaico delle metal band Ceche. Anzi, a sentir la loro proposta, sembra proprio di ascoltare una di quei vecchi gruppi di cui parlavo prima, tanto è legata agli stilemi thrash metal degli eighties, e per rimarcare ancora di più la loro appartenenza alla scena, l’album viene licenziato dalla Slovak Metal Army, un nome, un programma…

I punti di riferimento sono quelli del thrash europeo, tedesco in particolare, e ancora più nello specifico, la frangia più estrema, quella comprendente band di culto come Protector, Violent Force, Deathrow e via thrashando… Ma non pensate ai Götterdämmerung come a dei meri cloni dei gruppi sopracitati, perché il quartetto di Brno sa il fatto suo, e lo dimostra fin dalla opener “Jarní probuzení, che scalda per bene i motori in attesa di altre mazzate sui denti veramente notevoli, come “Elbrus 42, “Alfa Tauri, “Talvisota o “Die letzte Schlacht. L’unico pezzo che non mi ha particolarmente convinto è proprio la title track, sette minuti di una sorta di musica marziale in salsa metal dal forte sapore patriottico (neuschwabenland significa Nuova Svevia), che però lascia un po’ il tempo che trova…

Risolti i problemi di line up che hanno visto lo stravolgimento della sezione ritmica (ricordiamo che il bassista Grinsen si occupa anche delle vocals, con uno stile al vetriolo che ricorda molto il giovane Mille Petrozza) e che ha causato un leggero ritardo nella pubblicazione dell’album, i Götterdämmerung sono tornati più in forma che mai e ci hanno consegnato un album che convince fino in fondo e che arricchisce ulteriormente la giù ricca scena thrash del Vecchio Continente. Teneteli d’occhio!
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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