Visto che non incontriamo sulle nostre pagine gli islandesi
Fortíð dal 2012, vale la pena rivivere in poche parole la loro storia piuttosto interessante.
I
Fortíð (termine islandese che significa "
passato") nascono nel 2002 come progetto viking/black metal solista di
Einar "Eldur" Thorberg e - con il supporto di svariati session men- pubblicano la trilogia dedicata a "
La profezia della veggente", il primo e più famoso poema dell'Edda poetica.
A partire dal 2011 il progetti diviene un gruppo a tutti gli effetti e dà alle stampe altri due lavori: "
Pagan Prophecies" (2012) e "
9"(2015).
E qui arriviamo ai giorni nostri ed al sesto full length della band: "
World Serpent" edito da
Prophecy Productions.
La genesi del disco è complicata:
Einar, dopo aver prodotto le prime 5 tracce con la formazione consolidata nei precedenti due album, per motivi personali ha dovuto far ritorno in Islanda; non si è scoraggiato nè ha voluto rinunciare al lavoro fatto perciò -dopo aver reclutato il drummer
Kristján Einar Guðmundsson- ha terminato le restanti 5 canzoni.
E quindi - vi starete chiedendo- "
World Serpent" è un lavoro in cui si avverte la netta distinzione dei due blocchi?
La risposta è negativa fortunatamente: il disco è coeso, coerente, fluido ed omogeneo nella sua intera durata.
Il fil rouge che lega tutte le canzoni è il tema dell'apocalisse, quel ciclo di rinascita dopo la morte tanto caro alla mitologia norrena.
Ma non solo: "
World Serpent" è un altro passo avanti nell'evoluzione della musica di
Einar che, per sua stessa voce ha sempre affermato di non voler rimanere prigioniero nella scatola del viking metal ma di volersi prendere la libertà di fare ciò che vuole e di evolversi.
Quindi coerentemente con questa volontà di andare avanti i testi per la prima volta sono in inglese anzichè in islandese ed il suono, pur rimanendo fedele a quel mirabile equilibrio fra thrash metal nello stile della Bay Area, riffs di matrice death e partiture prettamente black, si arricchisce di melodie epiche forgiate con sapienti inserti di synth.
Anche le parti vocali sono variegate e cangianti: ai ringhi feroci
Einar affianca parti pulite, il tutto con un carattere ed una personalità spiccate.
Oltre a tutto questo la cosa più importante è il fatto che le canzioni funzionino alla grande! Non vi sono filler, non si sente il bisogno di skippare qualche brano, il disco procede compatto dall'intro "
AI 2020" sino all'outro "
Last Line of Defense" entrambe strumentali.
A parere di chi vi parla però l'apice compositivo viene raggiunto nel trittico centrale "
Controlled Patterned Mental" "
Insignificant is the Wormking's Throne"(la mia preferita IN ASSOLUTO) e "
Son of a Barren Land", tre brani che per violenza, melodie, incisività delle liriche e varietà di soluzioni illustrano al meglio ciò che i
Fortíð sono in grado di fare.
Se amate il thrash, il black, il pagan metal e se le contaminazioni tra generi non vi fanno storcere il naso ma, anzi, le ritenete preziose "
World Serpent" non può mancare alla vostra collezione di dischi.
Fortíð- "
Insignificant is the Wormking's Throne"
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