Benvenuti all'album più paraculo dell'ultimo decennio.
"
Final Days" è la nuova fatica discografica delle superstars
Orden Ogan, che tanto hanno dato al mondo del metal, soprattutto in fatto di spalline nei vestiti.
Per l'occasione, il vocalist/mastermind
Seeb si scrolla fisicamente di dosso la chitarra, rivoluzionando un po' la line-up (il bassista
Niels Löffler passa alla chitarra, e due nuovi innesti arrivano in line-up) e dedicandosi esclusivamente al microfono. Ma non solo: la band stavolta si sposta nello spazio, cambiando tematiche e dedicandoci una sorta di concept (strano, non lo fa nessuno ormai, vero?)
sci-fi su una catastrofe galattica che distruggerà la Terra e tutto quello che ci gira intorno.
Musicalmente, davvero, potrei fare due recensioni, come feci tempo fa per un album degli Epica:
RECE 1: l'album è il perfetto album degli Orden Ogan, suonato e scritto bene, con un sacco di potenziali hits, un paio di ospiti di livello, la solita ottima produzione e un battage pubblicitario di alto livello. Non gli manca niente, non inventa niente ma è un album di solidissimo heavy/power melodico e potente, con qualche apertura "spaziale".
RECE 2: la fiera del luogo comune. Tutto fin troppo perfetto, studiato, pericolosamente autoreferenziale, tanto che fatico a ricordare i titoli delle songs, visto quanto si assomigliano. Ci sono le tastierine
Amaranthiane, e le strutture delle canzoni sono realmente fotocopiate, con un paio di accordi diversi e qualche bpm/figura ritmica del batterista a cercare di cambiare 10 canzoni che sono un concept come io sono un pornodivo.
Che facciamo, facciamo una sorta di media tra le due rece? "
Final Days" suona benissimo eh, ma mi sembra sempre lo stesso disco, sempre la stessa canzone, giusto con la tematica spaziale per mettere un fiocchetto di colore diverso allo stesso cappotto (cappotto con grosse spalline, manco a dirlo). Potrebbe essere WOW, potrebbe essere BLEAH, alla fine è un po'
MAH.