Kansas - Point Of Know Return Live & Beyond

Copertina SV

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2021
Durata:110 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. COLD GREY MORNING
  2. TWO CENTS WORTH
  3. THE WALL
  4. SONG FOR AMERICA
  5. SUMMER
  6. MUSICATTO
  7. TAKING IN THE VIEW
  8. MIRACLES OUT OF NOWHERE
  9. POINT OF KNOW RETURN
  10. PARADOX
  11. THE SPIDER
  12. PORTRAIT (HE KNEW)
  13. CLOSET CHRONICLES
  14. LIGHTNING'S HAND
  15. DUST IN THE WIND
  16. SPARKS OF THE TEMPEST
  17. NOBODY'S HOME
  18. HOPELESSLY HUMAN
  19. CARRY ON WAYWARD SON
  20. PEOPLE OF THE SOUTHWIND
  21. REFUGEE
  22. LONELY WIND

Line up

  • Billy Greer: bass, vocals
  • David Ragsdale: violin, guitar
  • Phil Ehart: drums
  • Richard Williams: guitar
  • Ronnie Platt: vocals, keyboards
  • Zak Rizvi: guitar
  • Tom Brislin: keyboards, vocals

Voto medio utenti

Dopo la fortunata esperienza del tour celebrativo del classico “Leftoverture” (tramandata ai posteri con l’album "Leftoverture Live & Beyond"), gli inossidabili Kansas di Phil Ehart e Richard Williams fanno il bis con il nuovo “Point Of Know Return Live & Beyond”, incentrato sull’altrettanto classico successore “Point Of Know Return”.

Si tratta di registrazioni risalenti al periodo 2019-2020 e la band è evidentemente affiatata, nonostante una scaletta - per così dire - curiosa. Infatti, oltre all’intero “Point Of Know Return” (eseguito dalla prima all’ultima nota) figurano una serie di brani che definirei non particolarmente rappresentativi della band americana (su tutti, due tracce dal modesto “Power” del 1986 e un’altra dal non imprescindibile “Monolith” del 1979), oltre alle immancabili “Song For America”, “The Wall” e “Carry On My Wayward Son”.

I due episodi tratti da “The Prelude Implicit” (che continuo a ritenere un album ispiratissimo) controbilanciano la vera sorpresa della scaletta, quella “Lonely Wind” firmata dall’ex Steve Walsh proveniente dall’esordio dei Kansas del 1974.

Sulla performance c’è poco da dire - anche se nutro qualche piccolo dubbio sulla voce di Ronnie Platt (davvero “troppo” perfetta) e sulla batteria del veterano Phil Ehart (acustica o elettronica? a voi il giudizio finale) - con il violino di David Ragsdale e le tastiere del nuovo arrivato Tom Brislin a spiccare sul mix, comunque pulito ed equilibrato.

Come sempre, lunga vita ai Kansas.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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