Ancora
Rogga Johansson.Ancora un altro progetto che lo vede impegnato.
L’infaticabile musicista svedese, impegnato nella veste di chitarrista/bassista/programmatore della drum machine, si avvale della collaborazione del singer dei centramericani
Morbid Stench,
The Master Butcher, per dare vita al debut album dei
Necrogod dopo ben sette anni dalla fondazione della band.
Detto fra noi,
“In extremis” – questo il titolo dell’album in questione – non è propriamente il lavoro migliore partorito dalla mente del prolifico chitarrista, è un album in cui c’è tanto, tantissimo mestiere, molti muscoli, molte soluzioni già note e poca originalità.
The Master Butcher si impegna in un cantato che in alcun frangenti ricorda quello di
Jeff Walker, ma non sempre riesce a dare una marcia in più alle canzoni scritte da
Johansson, non imprimendo il cambio di ritmo quando invece sarebbe necessario. Rimane il dubbio che non sia completamente a suo agio con questo tipo di growl.
Musicalmente ritroviamo il canonico swedish death metal (e come potrebbe esser altrimenti?) senza però eccedere particolarmente nel suono zanzaroso ma anche riferimenti ai
Bolt Thrower (v. “
Remain the same again” questa sì interessante), poco convincente risulta invece la programmazione della drum machine e mi rimane il dubbio che con il contributo di un batterista in carne ed ossa si sarebbe potuto ottenere un risultato superiore.
“In extremis” è uno di quei lavori che scorre, che non puoi definire malvagio ma il cui ciclo di vita è dannatamente breve.
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