A guardarli in faccia non gli darei un soldo bucato, così tirati a lucido, ma ciononostante i
Morbid Breath non fanno nulla per nascondere le loro intenzioni, anzi, fin dalla bio di presentazione cercano di enfatizzare la loro voglia di tributare gli anni ’80, la scena thrash metal in particolare, dichiarando le loro fonti di ispirazione: Slayer, Venom, Metallica, Sodom, Kreator. E fin qui non brillano certo di fantasia…
Non contenti, affermano apertamente che è stata una loro volontà far suonare il loro EP di debutto, “
In the hand of the reaper”, come se si trattasse di un vecchio demo tape degli anni ’80. E in effetti il risultato finale è davvero orribile al punto giusto.
Beh, che dirvi, sinceramente inizio ad essere abbastanza stufo di tutte queste band che sulla carta dovrebbero essere genuine e invece risultano più artificiali dei gruppi che vorrebbero combattere come approccio ed attitudine. Non esiste che nel 2021 te ne esci con un prodotto del genere,
l’apoteosi della schifezza (cit.), neanche tanto per quanto riguarda la produzione, perché se è una tua deliberata scelta io la rispetto anche, ma proprio dal punto di vista della pochezza di contenuti.
Riff banalissimi e ripetitivi, solita voce dall’oltretomba, ritmiche banali e lineari, riferimenti ai nomi di cui sopra che risultano veri e propri plagi. Insomma, non si salva assolutamente nulla di questi cinque brani. Bocciati su tutta la linea!
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