Esce un po’ a sorpresa il nuovo album dei
Leprous, ormai sempre più distanti dal metal tout court delle origini. Ancora una volta, infatti, il mix di
“Aphelion” (particolarmente morbido) viene affidato ad
Adam Noble, tecnico del suono del precedente
“Pitfalls” già al servizio di Placebo, Biffy Clyro e Nothing But Thieves.
È un sound ormai fuori dagli schemi quello dei norvegesi, cinematografico e affascinante (
“Running Low”), penalizzato forse solo dall’abuso del falsetto da parte del cantante e leader
Einar Solberg (è il caso di
“Out Of Here”, che ha qualcosa di
Steven Wilson, o di
“On Hold”, alle mie orecchie la traccia più indigesta del lotto).
Gli echi del sopraccitato
“Pitfalls” sono presenti nella bella
“The Silent Revelation” e nell’altrettanto riuscita
“The Shadow Side” (che spicca per il raro assolo chitarristico di
Tor Oddmund Suhrke), ma non mancano le sorprese, come nel caso di
“Silhouette” (tra trip-hop e
Nine Inch Nails),
“All The Moments” (la slide guitar non me l’aspettavo proprio) e l’anticipata
“Castaway Angels” (elegante ed essenziale).
Sempre e comunque un passo avanti.
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