Con ben cinque anni di distanza dall'ultima prova in studio, tornano gli
Split Heaven con il nuovo
"Electric Spell", quinta fatica della band messicana dallo stampo metal classico, che negli ultimi anni era riuscita a trovare una buona connessione tra canzoni di media qualità e release abbastanza ravvicinate l'una con l'altra. Seppur sia infatti attiva dal 2003, quindi quasi vent'anni, gli
Split Heaven hanno cominciato a pubblicare i loro full lenght solo dal 2008 con
"Psycho Samurai", per poi intraprendere un legame con la
Pure Steel Records che li ha portati a incidere i dischi successivi a quest'ultimo, fra i quali l'ultimo
"Death Rider" uscito nel 2016.
Differenze in questi anni trascorsi quindi? Sostanzialmente nulla, ma da un certo punto di vista può anche andar bene così. La lineup rimane quella, con la voce acuta ma potente di
Jason Conde-Houston a dettar legge. Influenze principalmente alla Judas Priest del periodo 1988-1990, alcune atmosfere che richiamano per pochi istanti King Diamond, e ritornelli per la maggior parti coinvolgenti e ben riusciti.
Ho citato il Re Diamante non certo tanto per, ma perché in pezzi come
"The Haunted Palace", seppur lo stampo classico, gli Split Heaven sembrano reduci dall'ascolto di "Fatal Portrait", stessa sensazione che si può avere nel sentire
"Back From Purgatory", con i suoi riff affilati e decisi a non fare prigionieri. Suona tutto dannatamente bene in
"Electric Spell", ma il principale punto debole, come ormai succede in molte band, è quello della lunghezza. Ben 51 minuti di musica, contornati da pezzi minori come
"Hellion's Night", banalotta,
"Let's Fight", o l'evitabilissima intro di 2 minuti iniziale,
"Gerudo Valley" che fa molto Running Wild e che poco ci azzecca se il suo obiettivo era creare pathos. Certo questo non toglie il valore assoluto di vere e proprie scariche di adrenalina che rispondono al nome di
"Revolucion", ispirata ai fatti storici avvenuti durante la rivoluzione Messicana fra il 1910 e il 1920, o di
"Soul Possessor", dove la band si dimostra particolarmente forte nei chorus, sempre molto enfatizzati, e che non mancheranno di dimostrare la loro valenza durante i live.
Una maggiore amalgama non avrebbe sicuramente fatto male ad
"Electric Spell", che dal mio punto di vista poteva durare anche un quarto d'ora in meno, ma comunque nulla di cui preoccuparsi troppo. Gli
Split Heaven tornano in attività e lo fanno con un disco che certamente non mancherà di divertire.
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